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21/10/2016 06:20:00

Nuova tegola per Papania. "Raccoglieva informazioni riservate sulle indagini a suo carico"

Faceva le sue “controindagini” l’ex senatore del partito democratico di Alcamo, Antonino Papania. E’ questa la nuova grave ipotesi di accusa mossa dai giudici nei confronti del politico alcamese che per un ventennio è stato uno dei più influenti della Sicilia occidentale e che lo scorso maggio è stato condannato ad otto mesi per voto di scambio. Durante le elezioni amministrative 2012, Papania avrebbe promesso generi alimentari e posti di lavoro nel tentativo di favorire il candidato Sebastiano Bonventre, poi diventato sindaco al ballottaggio. Nel corso di quelle indagini, gli inquirenti, durante una perquisizione nei locali di una cooperativa che faceva riferimento a Papania trovarono alcuni documenti con i verbali delle trascrizioni di persone intercettate in inchieste di mafia, verbali delle persone che accusavano il senatore, e informazioni sulla vita privata degli investigatori che seguivano le tracce dei boss di Cosa nostra e in particolare le informazioni su Roberto De Mari, marito del pm Rossana Penna, titolare dell’inchiesta su voto di scambio a carico di Papania. Ma come faceva Papania ad essere in possesso di quella documentazione? I magistrati, nell’avviso di conclusione delle indagini - come rivela Il Fatto Quotidiano - ritengono che si sia servito della collaborazione del maresciallo dei Carabinieri Roberto Sabato, in servizio fino a qualche tempo fa presso la caserma di Alcamo. L’ipotesi di reato nei confronti di Papania e del maresciallo Sabato sarebbe quella di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Secondo gli inquirenti, Sabato si introduceva nel sistema informatico d’indagine in dotazione alle forze di polizia, accedendo ai documenti riservati e coperti da segreto. E' stata trovata un copia della documentazione riguardante nomi e utenze telefoniche relative all’inchiesta Cemento libero, inchiesta antimafia di qualche anno addietro che portò all’arresto di alcuni esponenti locali della criminalità organizzata. Tra la documentazione rinvenuta, oltre ad informazioni private riguardanti il tenente Michele Raimondo Gammone, che ha guidato il Nucleo Operativo di Alcamo fino al 2009, anche quelle, come dicevamo, riguardanti Roberto De Mari, marito del pm Penna. Adesso saranno i giudici di Caltanissetta, dove l’inchiesta è stata trasferita, a stabilire i motivi e gli obiettivi di quelle indagini abusive. Il pm Penna ha dovuto lasciare l’inchiesta al collega Franco Belvisi perchè è diventata parte lesa della vicenda.
Il difensore del maresciallo Sabato, l’avvocato Baldassare Lauria, afferma che il suo assistito è estraneo ai fatti e che per quegli accertamenti ha ricevuto una delega dai superiori. Intanto una copia delle accuse a Papania e Sabato è stata acquisita agli atti al processo per voto di scambio in corso a Trapani che vede Nino Papania chiamato a rispondere assieme ad altre sette persone. La vicenda è sempre quella della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Alcamo del 2012, cui ha fatto seguito tutta una serie di accuse e indagini  che hanno portato  a diversi processi. Nel corso dell’ultima udienza sono stati ascoltati quattro attivisti del movimento civico Alcamo Bene Comune, Francesca Mangano, Gabriella Rocca, Saverio Navarino e Roberto Cammarata, che hanno dichiarato di non sapere nulla di episodi che riguardavano lo scambio di voti. La prossima udienza è stata fissata dal giudice Franco Messina al prossimo 8 novembre, quando saranno ascoltati altri testimoni. Nel processo si è costituito parte civile Niclo Solina candidato sindaco con Alcamo Bene Comune.



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