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11/05/2017 06:00:00

Migranti e Ong, parla Cartosio: "Indaghiamo a Trapani su alcuni membri. Ecco perchè"

 "La procura di Trapani ha in corso indagini che concernono l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e che coinvolgono anche non le ong come tali ma soggetti, persone fisiche appartenenti alle ong". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio in audizione davanti alla commissione Difesa del Senato.

"Naturalmente su queste indagini non posso aggiungere altro". Per il magistrato, qualora si ravvisi il rischio di annegamento, è doveroso intervenire in attività di salvataggio, "in quale punto si trovi non ha alcuna importanza": "Potremmo dire che viene commesso il reato di favoreggiamento ma non è punibile ma operché compiuto per salvare una vita umana".

Alla procura trapanese "non risultano contatti telefonici diretti tra persone che si trovano su terraferma libica e le ong", ha detto Cartosio nel corso dell'audizione. Per quanto riguarda la localizzazione delle navi in mare, "questo dato, unitamente ad altri dati indiziari potrebbe costituire il compendio per supporre la partecipazione a un reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", non, però, "il dato da solo ma unitamente ad altre emergenze".

Il procuratore aggiunto di Trapani ha anche dichiarato che "alla Procura di Trapani risulta che qualche intervento delle ong è avvenuto senza informare previamente la Guardia costiera". "Dopo l'intervento da parte della ong è ovvio che è stata avvertita l'autorità italiana, e da questo punto di vista posso dire che la collaborazione con la procura di Trapani da parte delle ong è massima", ha detto il magistrato.

Per quanto riguarda la localizzazione delle navi in mare, "questo dato, unitamente ad altri dati indiziari potrebbe costituire il compendio per supporre la partecipazione a un reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", ma "non il dato da solo ma unitamente ad altre emergenze". Non c'è dubbio, ha detto ancora il magistrato, "che sul piano investigativo" una presenza di polizia sulle navi delle ong "potrebbe avere i suoi risvolti positivi, ma mi rendo conto anche che le necessità che hanno le ong sono molto diverse e oggettivamente contrapposte alle necessità di tipo giudiziario e poliziesco".

"Presso la procura di Trapani - la premessa del magistrato a inizio audizione - è stato istituito gruppo di lavoro che si occupa di reati concernente l'immigrazione clandestina e tanto per capire l'ampiezza del fenomeno mi sembra doversoos comunicare che fino a settembre scorso operava un solo sostituto, successivamente è stato istituito il gruppo specializzato composto da ben tre sostituti, in un momento in cui i sostituti in tutto sono sette, che mi segnalano spesso l'insufficienza del numero di magistrati che sio occpano di questa materia perché gli sbarchi continuano con aumento esponenziale e quindi l'attività urgente da effettura eè faticosa, difficile e presenta dei risvolti umani che spesso i mettono in crisi come magistrati e come uomini".

«C’è uno scenario - ha spiegato Andrea Tarondo, sostituto procuratore di Trapani, ascoltato a sua volta in commissione - in cui gli attori aumentano e ci sono casi di soggetti corrotti appartenenti a forze dell’ordine libiche per i quali è ipotizzabile il reato di concussione, ma sul quale noi non siamo assolutamente competenti».

Rispetto al collega Zuccaro di Catania (che aveva nuovamente fatto retromarcia ribadendo che i suoi sospetti sono «ipotesi di lavoro») i magistrati trapanesi sono sembrati assai più cauti: far salire team di polizia giudiziaria sulle navi delle ong che soccorrono i migranti, come proposto dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, «potrebbe avere risvolti positivi, ma mi rendo conto anche che le necessità delle ong sono molto diverse e oggettivamente contrapposte a quelle di tipo giudiziario e poliziesco», è il giudizio di Cartosio. «Le ong per esempio hanno bisogno di operare in acque internazionali in zone che appartengono a Stati diversi, che hanno legislazioni molto diverse. Il reato di traffico di stupefacenti, ad esempio esiste in Italia ma non in altri Paesi, come anche lo stesso reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Le organizzazioni, ha aggiunto, «hanno necessità di operare svincolate dalle pastoie legislative degli Stati. È un problema difficile da risolvere, soluzioni facili non esistono».

 



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