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13/05/2017 07:31:00

Scrive l'avvocato Cardinale, difensore della vedova Agate, sulla Cassazione e Giacalone

Ho appreso, anche da fonti giornalistiche, che in data 10 del mese corrente la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, emessa in data 7.6.2016 dal Giudice Monocratico di Trapani Dr. Visco, di assoluzione del sig. Rino Giacalone dal reato di diffamazione nei confronti di Agate Mariano e dei familiari di quest’ultimo, che si sono costituiti parte civile mio tramite.

La sentenza di assoluzione, annullata dalla Suprema Corte, è stata preceduta da un clima sicuramente ostile alla difesa degli Agate, il cui ruolo di persone offese e danneggiate non avrebbe potuto non essere svalutato a seguito della presenza, in occasione delle principali udienze, di persone di celebrata moralità, quali, fra le diverse, Don Ciotti, autorevoli rappresentanti di Libera e soprattutto di un autorevole parlamentare pentastellato; persone chiamate a raccolta solidale dal Giacalone a sostegno di ragioni che, se apprezzabili e fondate, non avrebbero avuto bisogno di tale autorevole ausilio.

Effettivamente di sostegno v’era necessità, visto che v’era il rischio che potesse convincere ben poco la plateale sterzata operata in giudizio dall’imputato, il quale, da una originaria, consapevole e coraggiosa manifestazione inequivocamente offensiva nei confronti di un defunto, ha poi dichiarato in giudizio di non avere mai voluto rivolgere il termine da trivio alla persona, bensì all’organizzazione criminale cui di quella persona era stata dichiarata l’appartenenza con sentenze irrevocabili.

È ancora presto per conoscere le motivazioni della decisione della Suprema Corte, che, non avendo considerato inammissibile il ricorso avverso la detta sentenza assolutoria, lo ha tuttavia dichiarato meritevole di riesame da parte di altro giudice di merito, nonostante il disappunto del Giacalone che, avendo espressamente escluso che possa offendersi un improbabile onore del defunto Agate Mariano, ha in pratica ammesso di aver voluto fin dall’inizio offendere in primo luogo la di lui persona fisica e non già il contesto criminoso in cui l’AGATE risultava collocato.

Spero, conclusivamente, che una eventuale conferma dell’assoluzione del Giacalone trovi adeguata motivazione in sede di appello, e ciò al fine di evitare che, in futuro, a seguito di condanna per fatti gravi, l’individuo possa considerarsi decaduto da qualsivoglia, benché minima, dignità in quanto persona".

Avv. Celestino Cardinale



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