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24/11/2017 07:14:00

Duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid. In appello il caso si riapre

 Alla fine, l’avvocato Luigi Pipitone è riuscito a far riaprire il caso del duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, di fronte l’ex distilleria Concasio.

Il giovane legale marsalese, infatti, è riuscito a convincere la prima della Corte d’assise d’appello di Palermo a riaprire l’istruttoria dibattimentale nel processo di secondo grado ai due marsalesi condannati a 20 anni di carcere per il duplice omicidio dal gup Francesco Parrinello: e cioè i cugini Pietro e Domenico Centonze, di 48 e 42 anni. In estate, l’avvocato Pipitone, studiando gli atti di un altro procedimento penale (operazione antimafia “Visir”) in cui assiste alcuni indagati, ha scoperto, nell’ambito di una complessa attività di indagine svolta dal Ros dei carabinieri, alcune “attività tecniche” (videoriprese e intercettazioni telefoniche), effettuate “in periodi, in luoghi e nei confronti di soggetti, strettamente connessi con i fatti oggetto del procedimento in cui sono stati condannati i cugini Centonze”. Videoriprese e intercettazioni che a giudizio del legale sono idonee “ad inficiare la ricostruzione accusatoria recepita nella sentenza di primo grado”, in quanto “evidenziano l’esistenza di emergenze fattuali di straordinaria valenza dimostrativa a discolpa degli imputati”. E dopo avere spiegato ciò ai magistrati della Corte d’Assise d’appello, l’avvocato Pipitone ha prodotto le nuove prove: un dvd con le videoriprese e le intercettazioni relative alla notte del 3 giugno 2015, nonché le consulenze tecniche di parte, chiedendo di ascoltare gli esperti che le hanno redatte, tra i quali anche l’ex generale del Ris dei carabinieri di Parma Luciano Garofano. E ieri, i giudici hanno deciso che Garofano verrà ascoltato nell’udienza del 14 dicembre. E con lui anche altri due consulenti della difesa: Pietro Indorato, esperto in traffico telefonico, e Luigi Simonetto. Come proprio consulente, invece, il procuratore Rosa Valenti ha nominato il luogotenente dei carabinieri Alberto Furia, che svolse indagini sul duplice omicidio. Lo scorso 9 novembre, in aula, l’avvocato Pipitone, con un videoproiettore, aveva mostrato ai giudici le immagini registrate dagli investigatori nell’ambito dell’indagine “Visir” che dimostrerebbero che ad uccidere i tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid non sarebbero stati Pietro e Domenico Centonze. Ieri, dopo la decisione della Corte, il legale marsalese ha espresso “soddisfazione per questo primo riconoscimento positivo sul lavoro svolto dalla difesa al fine di dimostrare l’estraneità ai fatti dei due imputati”. Del collegio difensivo fanno parte anche gli avvocati Diego Tranchida, Raffaele Bonsignore e il fiorentino Luca Cianferoni (noto per essere stato il difensore del defunto capo di Cosa Nostra Totò Riina). Anche loro hanno avanzato richieste che sono state accolte dalla Corte. I cugini Centonze (cugini, a loro volta, del capomafia ergastolano Natale Bonafede) furono arrestati dai carabinieri dopo circa un mese di indagine. Anche se Pietro Centonze fu rimesso in libertà pochi giorni dopo. Fu, però, nuovamente arrestato subito dopo la sentenza del gup Parrinello. I carabinieri lo bloccarono al bar di fronte il Tribunale, dove si era recato con il suo legale, l’avvocato Diego Tranchida, per sorbire un caffè. “Si doveva evitare la teatralità dell’arresto davanti al bar” commentò, poi, commentato l’avvocato Tranchida. Dopo la convalida dell’arresto di Domenico Centonze (luglio 2015), gli inquirenti spiegarono come erano arrivati alla sua individuazione. Due gli indizi che segnarono la svolta nelle indagini: il ritrovamento nelle tasche dei pantaloni di uno degli uccisi dei biglietti d’ingresso di un night club di Mazara (“Las Vegas”) e uno squillo, verso l’una e mezza di notte, al telefonino di El Mabrouk fatto da una ballerina romena che era nel locale dove i due nordafricani avrebbero trascorso le loro ultime ore di vita. Dall’indagine dei carabinieri di Marsala emerse che proprio quella notte, all’interno del night, El Mabrouk avrebbe avuto un violento diverbio con Domenico Centonze, che nel locale sarebbe arrivato proprio in compagnia di quella ballerina. Adesso, questa ricostruzione dei fatti sembra traballare.



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