Ciancimino, rispondendo alle domande del procuratore della Repubblica Vincenzo D'Agata e del sostituto Antonino Fanara, ha ricordato che durante la prima perquisizione alla qual

e è stato sottoposto nel 2005, nell'ambito dell'inchiesta sfociata nella condanna per riciclaggio a cinque anni e otto mesi, gli investigatori non aprirono la cassaforte della sua abitazione. Secondo il figlio di don Vito, nel forziere vi erano diversi appunti del padre, compreso il papello. Il dichiarante ha già annunciato che intende consegnare il documento ai magistrati.