Volevano uccidere i figli di aspiranti pentiti
Ne dà notizia una nota della polizia di Caltanissetta, che ha scoperto il piano tramite intercettazioni ambientali.
Gli arrestati, affiliati alla cosca di cosa nostra di Niscemi e Vit
toria, sono Rosario Lombardo, 48 anni, pluripregiudicato per associazione mafiosa ed armi; Giuseppe Lodato, 54 anni, pregiudicato; Alessandro Ficicchia, 46 anni, pregiudicato.I tre uomini "pianificavano un chiaro progetto intimidatorio-omicidiario" - si legge nella nota - contro due minori e un soggetto maggiorenne, figli e parenti di due aspiranti collaboratori di giustizia di Niscemi.
Una quarta persona, Alessandro Aparo, 26 anni, pregiudicato, è stato inoltre arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa.
“A Niscemi bisogna tenere alta l’attenzione sulla capacità delle cosche locali di indebolire la lotta alla mafia nel territorio”. Lo dichiara il senatore del PD Giuseppe Lumia, commentando l’operazione ‘Crazy Horse’, coordinata dalla Procura di Catania e condotta dalla Polizia di Stato. In manette quattro affiliati alle cosche di Niscemi e Vittoria che stavano pianificando alcuni sequestri, nonchè l’uccisione, se necessaria, di due bambini di 7 e 11 anni e di un ragazzo appena maggiorenne, figli e parenti di membri dell’organizzazione, per dissuaderli dal collaborare con la giustizia.
“La collaborazione – aggiunge Lumia – è uno strumento fondamentale per combattere la mafia.
L’intuizione di Falcone è attuale oggi come allora. Cosa nostra teme il pentitismo perché mette a rischio l’esistenza stessa dell’organizzazione. Proprio per questo è fondamentale che lo Stato abbia dimostra la propria affidabilità nel saper garantire protezione e sicurezza a chi decide di collaborare”.
“Adesso – conclude Lumia – non bisogna abbassare la guardia. Accanto al lavoro prezioso fatto dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine è necessario dare loro più risorse e strumenti e sviluppare una legislazione più rigorosa, a cominciare dall’inasprimento delle pene per i reati di associazione mafiosa e in particolare del regime di carcere duro per i boss”.
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