Spesso vengono organizzati convegni che riguardano i giovani e gli studenti sulla mafia, sull’innovazione dell’era digitale, sulla droga (mettiamo un velo pietoso), sull’alcolismo (non vendiamo
vino ai minorenni) sul fumo (non vendiamo sigarette ai minorenni) e sul bullismo giovanile (controlliamo se vanno a scuola armati), convegni che finiscono in una proposta di realizzare un gruppo od un tavolo di lavoro per la ulteriore raccolta di dati che servono poi soltanto per fare statistica.
Non molto tempo fa una scuola locale ha organizzato in città un incontro, con la presenza di psicologi e

non so di quante altre persone qualificate per “parlare” del disagio giovanile; esistono organizzazioni
onlus che non fanno altro che parlare di tali argomenti con tanto spreco di tempo e di denaro, senza
risultati tangibili e senza realizzare un vero cambiamento di mentalità.
Questi fatti ci lasciano oltremodo perplessi e sconcertati, perché nulla viene proposto e fatto di concreto
in favore dei giovani nel momento della loro crescita ed in particolare modo quando si trovano al di fuori
della scuola.
Non è soltanto attraverso i convegni che si possono risolvere i problemi della gioventù.
La tanto amata/odiata parola sport è divenuta un contenitore vuoto, se ne parla soltanto in occasione
dei grandi eventi sportivi che attraggono i grandi capitali e le masse come spettacolo o per rilevare
le violenze che si perpetrano sotto la loro egida ; elementi certamente non edificanti per la popolazione
in generale e per i giovani in particolare che avrebbero bisogno di altri tipi di esempio e di altri modi
di concepire lo sport , per quello che è, nella sua più pura accezione.
Il CONI, per promuovere lo sport fa accordi con la Scuola, la Scuola con tutti i suoi problemi non ha
il “tempo” per fare sport, il Comune è distratto e non sa cosa fare (né progettare, né programmare),
la Provincia ha affidato la gestione dei propri impianti ad un organismo che poi si è dimostrato fallimentare
ed ha qualche palestra che, senza valida motivazione, non viene messa a disposizione delle Associazioni sportive, le Associazioni sportive non possono operare in quanto sono state abbandonate da tutti.
Nella nostra città la situazione della impiantistica sportiva è molto grave: la maggior parte delle palestre
sono inagibili, qualcuna da decenni è rimasta incompiuta, quelle scolastiche per un insieme di complicate circostanze e di cavilli non vengono messe a disposizione delle associazioni che rivolgono la loro attenzione ai più giovani, e che cercano, nonostante tutto, di contribuire alla loro educazione attraverso lo sport e
che con tale mezzo “tolgono” i ragazzi dalla strada.
E’ arrivato il momento in cui è necessario fare il punto della situazione: bisogna andare alla ricerca
delle motivazioni e delle responsabilità per il mancato interessamento nei confronti dei giovani, dello sport
e dell’impiantistica sportiva, perché l’associazionismo sportivo vuole sapere che cosa sta accadendo, vuole,
nel pieno diritto “al gioco del fanciullo” , conoscere che cosa impedisce ai nostri ragazzi di praticare uno
sport idoneo alle loro esigenze ed alle loro possibilità, vuole sapere perché, a causa di un intreccio politico/burocratico, che ha bisogno di essere risvegliato dal suo torpore e dall’ostracismo intellettuale perpetrato nei confronti delle tematiche dello sport, che è stato determinato nel tempo ma che quest’anno
si è aggravato sempre di più, non è stato predisposto un piano per la valorizzazione dello sport nel territorio
e per una maggiore attenzione all’educazione dei più giovani.
A tutt’oggi alcune società sportive si disperano nella ricerca di una palestra per potere svolgere allenamenti o gare; per fare ciò sono costrette ad usare impianti di città limitrofe, dove il sistema dell’impiantistica sportiva, anche se con alcune carenze è discretamente funzionante, con dispendio di denaro e di fatica per
le continue trasferte, pregiudicando così la possibilità di partecipare alle gare ufficiali e con il rischio
della chiusura delle stesse.
Questo documento ha l’intento di smuovere una situazione che sta creando forti danni alla gioventù la
quale non avendo dei punti di riferimento o poli di attrazione resta abbandonata a se stessa e da questo,
il passo è breve, la partecipazione effettiva a manifestazioni di insofferenza e di intolleranza, e perché no, la cronaca ne è piena, a manifestazioni di prepotenza (bullismo) e di violenza.
Non bisogna dimenticare che lo sport sviluppa una sua “precisa” funzione sociale al servizio del cittadino
ed ha assunto un ruolo chiave nella aspirazione ad una migliore qualità della vita.
Luigi Bruno (Federazione Italiana Twirling)