Mi è estremamente gradito – ha detto il Presidente Poma - consegnare una targa al nostro concittadino Calogero Indelicato, castelvetranese, novant’anni ben portati il prossimo luglio, per l’avvenuta pubblicazione, nello scorso mese di novembre, del suo libro di memorie “ADDIO FURSTENBERG”, definito dallo stesso autore il quasi diario di un internato nei lager della Germania nazista (Furstenberg prima e Berlino-Spandau poi) nel periodo compreso fra il mese di settembre del 1943 ed il mese di giugno del 1945, data del tanto atteso ed agognato ritorno nella sua natia terra di Castelvetrano. 
Calogero Indelicato, - ha aggiunto il Presidente del Consiglio Provinciale - titolare di tre croci di guerra, Presidente dell’Associazione Reduci e Combattenti, ex Funzionario dell’Amministrazione Comunale della sua città, con il cui appoggio si è anche impegnato a ricostruire l’elenco dei nominativi dei 134 soldati castelvetranesi che hanno perso la vita sui vari fronti della seconda guerra mondiale per erigere una lapide commemorativa sul monumento ai caduti della prima guerra mondiale, nobilmente dedica il suo “diario” alla memoria di tutti i militari italiani internati deceduti nei campi di sterminio della Germania nazista che preferirono morire di fame e di stenti pur di non continuare a servire la causa del Reich e, pur non essendo uno scrittore di professione, è riuscito, a mio modesto giudizio, a realizzare, al di là dell’intrinseco valore dei contenuti della sua personale dolorosissima esperienza, un’opera che fotografa, con un stile asciutto ed essenziale ma nel contempo fortemente efficace e coinvolgente, i labirinti più atroci e le più inconfessabili bassezze dell’animo e del comportamento umano in guerra, riuscendo a non perdere mai la sua grande dignità di fondo.
In estrema sintesi, - ha concluso Peppe Poma - Calogero Indelicato con il suo libro riesce a fare emergere, accanto alla chiara e totale condanna di ogni forma di guerra e di violenza, anche una sicilianità che si distingue in positivo perché fatta, come già accennato, di grande dignità, di buon senso comportamentale che si tramuta in vera e propria saggezza, di profonda umanità e sensibilità, tanto da sapere cogliere, dandone la giusta rilevanza, perfino gli aspetti ed i comportamenti più umani, e non solamente quelli negativi, di coloro che prima furono gli alleati dei militari italiani ma che poi diventeranno gli odiati nemici e oppressori tedeschi. Il tutto, senza atti di eclatante eroismo ma anche senza codardia, in maniera quasi del tutto normale, in un contesto e in un momento storico in cui nulla era più normale, mettendo altresì in risalto anche una fede religiosa non appariscente ma intima e silenziosa, capace però di fargli scorgere in un germanico prete-soldato, più che un servitore del terzo Reich, un servitore di Dio (forse l’attuale Pontefice Benedetto XVI) al quale deve la sua sopravvivenza e la sua vita.