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26/09/2011 09:18:14

Scrive Valerio Vartolo, sullo stato confusionale del Pd di Marsala

Per intenderci: considero che i partiti politici siano elementi essenziali di ogni sistema politico civile e democratico ma il dramma è che questi partiti (avviene anche a livello nazionale, beninteso) assumono sembianze cangianti, assumendo i connotati, ora, di centri collocamento o comitati d’affari, ora, di vere e proprie strutture appaltate a questo o quel leader locale che le controlla come un bravo Padrone controlla la propria casa. Peraltro, alla vigilia degli appuntamenti elettorali le fibrillazioni che attanagliano i partiti assumono connotati quasi comici. Ricordare oggi che i candidati, infatti, si chiamano così perché, nell’antica Roma, indossavano una toga bianca, la candida appunto, che ne doveva indicare, quasi, la tenuta etica, appare quantomeno sovversivo:  eppure le regole di ogni Paese  civile contemplerebbero che coloro che siano sottoposti ad indagini penali ovvero, sebbene non indagati, abbiano comportamenti indecenti, fossero, di fatto, esclusi dalla scena politica. Ebbene, lascio a chi legge il trarre le conclusioni su quanto (da tempo, ormai) avviene in città. Eppure, la tanto citata questione morale di Enrico Berlinguer non era una questione di codici e manette, ma di Etica pubblica: di partiti e uomini di partito che gestivano la Cosa Pubblica come roba propria, con i loro uomini imposti ovunque, senza che la vergogna si impossessasse di loro. Anche qui, i lettori potranno verificare la tenuta, diciamo così, della Politica marsalese. Tralascerei, per carità di patria, le continue girandole, giravolte e piroette da un partito all’altro fino all’immagine di un governo cittadino i cui componenti mutano con la stessa velocità con cui si muovono i neutrini, come se fosse normale che le poltrone pubbliche siano funzionali agli assetti politici. Se poi diventa difficile che a destra possano esserci comportamenti virtuosi, visto che il Padrone della baracca, a livello nazionale, è ormai una figura da avanspettacolo, un incrocio fra un personaggio di Vanzina e l’Al Capone di De Palma,  roba da far accapponare la pelle a chiunque conosca il senso della parole Dignità e Onestà, non ci si può aspettar nulla dal personale politico di quell’area.  Ma, se è vero che la presenza di un Governo è fattore essenziale ai fini di un sistema Democratico, ciò che qualifica quest’ultimo è la presenza di una opposizione in grado di comportarsi come tale: di controllare, cioè, l’operato di chi governa, denunciando, laddove sia il caso, ciò che è meritevole di biasimo. E l’opposizione cittadina, Partito Democratico in testa, è in uno stato a dir poco confusionale. Commentare il sapiente gioco di presenze ed assenze, svolto dai consiglieri del centrosinistra locale, che ha permesso l’approvazione del bilancio comunale è tanto angoscioso quanto frustrante: il paventato rischio di un commissariamento che avrebbe condotto al dissesto è motivazione risibile. Il dissesto c’è già, qui ed ora, e per accorgersene basterebbe osservare la città. Ricordano, questi consiglieri, Berlusconi ed i suoi uomini che resistono abbarbicati al Governo dicendo che una crisi condurrebbe al baratro, quando proprio la fine di questo Governo sarebbe la medicina. Il commissariamento è già avvenuto in altre città e non ha condotto all’ecatombe: semmai ha fatto piazza pulita di scelte, spesso, orientate più a logiche di utilità politiche che di benefici pubblici. Bandire questa operazione come un sacrificio compiuto sull’altare del bene cittadino (e non ammettere che sia stato, anzitutto, un salvarsi la pelle) equivale a ritenere ogni simpatizzante del centrosinistra locale come un ottuso elettore: nulla di più e nulla di meno. Non può, altresì, che determinare la fuga dal partito anche di uomini e donne, esponenti della migliore società civile e del mondo delle professioni (questo mondo, evidentemente, sconosciuto a chi di sola politica vive anche nel centrosinistra), il cui unico difetto, me ne rendo conto, è quello di (addirittura) ritenere che la Politica sia servizio alla comunità e non già strumento volto a preservare sfere di potere ed influenza ormai cristallizzate nel tempo. Celare, poi, che simili atteggiamenti abbiano come unico obiettivo quello di accodarsi alla candidatura di esponenti politici provenienti dal centrodestra (lucrando una  visibilità altrimenti impossibile), anziché sostenere una candidatura locale di matrice progressista assume i connotati della farsa. Chi scrive ha avuto il privilegio e l’onore di svolgere attività politica in un partito che è padre dell’attuale Pd: circa quindici anni orsono. Nel frattempo ho avuto il tempo di diplomarmi, laurearmi, specializzarmi e iniziare la professione di avvocato e nel dire ciò provo per alcuni degli odierni “oppositori” locali un sincero imbarazzo, costatando che per costoro il tempo pare non essere mai trascorso Anche io ed alcuni amici, a quel tempo, venivamo considerati usurpatori. Inutile dire che gli accusatori erano, in buona parte, gli stessi di ora ai quali suggerirei la bellezza di coltivare altri interessi: la lettura, il cinema, la musica, i viaggi (guardare altre realtà che non siano Marsala è una buona medicina) e finanche la quiete delle propria mura domestiche. Per il bene loro e della città.

Valerio Vartolo



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