Quantcast
×
 
 
27/01/2012 16:44:24

"No all'Italia senza Province". Consiglio provinciale aperto

Si tratta di una giornata di mobilitazione – sottolinea l’Unione delle Province d’Italia che l’ha indetta – che vuole fare comprendere alle comunità non solo il valore esclusivamente demagogico e propagandistico della campagna contro le Province, quanto anche cosa accadrebbe all’Italia, ai cittadini, una volta cancellate le Province. Un momento di riflessione e dibattito, ma soprattutto un’occasione per dare sostanza e concretezza all’operazione verità che l’UPI sta portando avanti attraverso dossier e studi, come quello elaborato dalla Università Bocconi, sui reali costi delle Province, sui servizi resi ai cittadini, sull’utilità e il valore di questa istituzione e sulle falsità rispetto agli inesistenti risparmi che si avrebbero dalla loro abolizione. In realtà, il cosiddetto “Decreto salva Italia”, oltre a contenere palesi vizi di incostituzionalità, prevede norme totalmente inattuabili come confermato nei giorni scorsi dalla decisione presa dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati di istituire un comitato ristretto per accelerare i tempi di esame delle proposte di leggi costituzionali sulle Province. In pratica, si è deciso di intervenire prima che le norme previste dalla manovra vengano attuate. Questo perché la riforma della Costituzione e la razionalizzazione delle istituzioni possono e debbono essere definite unicamente dal Parlamento.
“In altri termini, le norme previste dal Decreto Legge 201/2011 – afferma il Presidente del Consiglio Provinciale, Peppe Poma - possono essere definite misure demagogiche gettate in pasto alla pubblica opinione per fare passare il messaggio che si è deciso di aggredire significativamente i costi della politica nel momento in cui siamo tutti chiamati, purtroppo, a fare consistenti sacrifici per cercare di scongiurare il possibile fallimento economico e finanziario del nostro Paese. Infatti, la stessa relazione che accompagna il D.L. 201/2011, per quanto riguarda le norme sulle Province, mette in evidenza che la loro soppressione, così com’è stata congegnata, comporterebbe mediamente un risparmio di soli 607 mila euro per ogni singola Provincia, circa 65 milioni di euro complessivamente nell’anno 2013 che, a regime, sono però già garantiti dai ridimensionamenti operati con la Legge n. 42 del 2010 e con il Decreto Legge n. 138 dello scorso anno che, com’è noto, hanno ridotto sensibilmente il numero dei componenti degli organi elettivi, cioè dei Consiglieri e degli Assessori Provinciali”.
“Per quanto concerne la situazione in Sicilia (Regione dotata di autonomia in materia di Enti Locali) – aggiunge il Presidente Poma - il gruppo di lavoro appositamente costituito presso l’U.R.P.S. (presenti i Consiglieri Russo e Cucchiara per la Provincia di Trapani) ha individuato due capisaldi imprescindibili nell’ottica della eventuale modifica da varare: la necessità della permanenza di Enti intermedi di area vasta che operino da tramite tra la Regione e i Comuni; l’inderogabilità di una rappresentanza democratica all’interno di questi enti intermedi. Tutto questo mantenendo l’impianto generale della Legge Reg.le 9/86 e le attuali circoscrizioni (denominate Province Regionali), incidendo sull’assetto delle competenze, su quello del funzionamento interno degli uffici e sull’opportunità di rendere meno farraginosa la normativa. Si tratta di una proposta obiettivamente giusta ed equilibrata, che si muove nell’interesse del territorio e della popolazione amministrata e della partecipazione democratica e che mi auguro possa essere accolta dall’Assemblea Regionale”.