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16/02/2012 09:25:45

Confini aperti

1. Migrazioni e legami C'è una grande differenza tra Rut e Naomi per quanto riguarda il loro viaggio: Naomi torna nel suo paese di origine,  Giuda; Rut invece lascia il suo paese di origine, Moab, per seguire Naomi. Ma anche se, per rispondere all'afflusso di  migranti, molti paesi favoriscono il loro ritorno nel proprio paese, questo viaggio indietro pone nuove domande e  costituisce comunque un ulteriore sradicamento. Naomi e Rut sono per strada; non sono state imbarcate su un volo di rimpatrio, né sorvegliate da soldati o poliziotti. La solidarietà tra loro ha avuto il sopravvento e, in un primo tempo, le donne sono addirittura tre: Naomi e le sue due nuore, Orpa e Rut. Naomi sa che la decisione generosa delle nuore è  anche una scelta folle, e cerca di farle ragionare. Non potete venire con me, la vostra vita è nel vostro paese con i  vostri connazionali. Dopo un po' Orpa si lascia convincere dalla saggezza e dalla ragione. Rut invece resiste. Naomi sa  che sua nuora avrebbe una vita più facile in Moab perché conosce la lingua, i costumi, il cibo. Invece, ed è questo il  cuore del testo biblico, Rut non vuole tornare indietro. Rut resiste alla ragione e alla logica e preferisce ascoltare il suo  cuore e un appello che viene da fuori. Rut vuole seguire Naomi. Questa decisione insensata va contro la logica umana  ma è come se, per Rut, non ci fosse un'altra scelta, come se questa scelta fosse dettata da fuori. Infatti la promessa di  Rut a Naomi si conclude con queste parole: "Il Signore mi tratti con il massimo rigore (= il Signore così mi faccia e così  aggiunga), se altra cosa che la morte mi separerà da te" (v. 17). Interessante anche la reazione di Naomi: "quando  Naomi la vide fermamente decisa ad andar con lei, non gliene parlò più" (v. 18). La decisione di emigrazione di Rut è  una promessa di fedeltà alla suocera e nello stesso tempo una specie di giuramento, il cui testimone è Dio stesso. Il Dio  d'Israele e di Giuda, non il Dio di Moab, il Dio di Naomi, non quello di Rut! Questo impegno assoluto, promessa  coniugale per eccellenza, introduce Dio nelle relazioni. Non si tratta più solo della promessa coraggiosa di una ragazza  testarda ma dell'immischiarsi del Signore, Dio di relazione e di amore, nella storia di questa strana coppia. Mentre si  lascia alle spalle tutti i legami fondanti della sua esistenza, terra, famiglia, cultura, lingua, religione, Rut scopre un  nuovo legame portatore di vita e di speranza, il legame con il Signore. I vecchi legami non sono cancellati dalla sua  esistenza, ma possono rinascere sotto altre forme perché la strada scelta è sostenuta dallo sguardo, dalla benedizione  di Dio.

2. Coraggio femminile

Due donne incarnano nel testo biblico di oggi il coraggio e la perseveranza. Una è giovane, l'altra è già anziana, ma  ambedue si trovano nella stessa situazione affettiva e sociale: sono vedove. Sappiamo cosa significa essere vedova ai  tempi di Rut e di Naomi. Significa essere in pericolo di vita perché senza un uomo al proprio fianco la donna dell'epoca  è minacciata di esclusione totale. La condizione di vedovanza che caratterizza le tre protagoniste del nostro brano ci  fornisce un ulteriore indizio di interpretazione. Non solo le protagoniste dell'inizio di questo testo biblico sono tutte  donne – tutti gli uomini muoiono – ma sono anche vedove perché muoiono appunto i loro mariti! Il contesto, il quadro  in cui si inserisce il nostro racconto, è caratterizzato dall'eccesso, dal sovrapporsi di esclusioni e di condizioni  sfavorevoli. E' da questo eccesso che nasce la decisione di Naomi di tornare nel suo paese, tanti, troppi anni dopo  essere andata via. E' da questo eccesso che scaturisce la decisione delle nuore di seguire la suocera. E' da questo  eccesso che nasce la follia di Rut. Alla fine Orpa sceglie la strada del ritorno e invita a una certa moderazione, ma la  strada che la Scrittura indica è quella che spazza via ogni ragionamento e ogni logica, è quella dell'eccesso e della follia. Perché? Perché nell'eccesso di emarginazione e di probabile esclusione si nasconde la nuova vita in Dio. All'eccesso  delle condizioni di partenza sfavorevoli risponde la benedizione del Signore. Alla situazione disperata delle donne  risponde un sostegno assoluto dell'Altissimo. Ma questa lettura non toglie nulla al coraggio di queste donne. Rut e  Naomi, nella loro alleanza per la vita, incarnano la fede cieca in un Dio ancora nascosto.

Le vedove, queste donne senza uomini e quindi senza discendenza possibile, queste donne destinate a morire  nell'indifferenza, vengono scelte e mandate in viaggio in Israele come ambasciatrici del ritorno della fede e della  speranza. Non dimentichiamo che Rut la straniera, una volta installatasi in Israele, si risposerà e non sarà altro che la  bisnonna di Davide, una delle poche donne a comparire nella lunga genealogia di Gesù Cristo all'inizio del vangelo di Matteo. Tutto questo per tornare al cuore del testo biblico di oggi. Non solo la promessa di una vedova a un'altra  vedova, non solo il coraggio di due donne migranti, non solo la fiducia in un futuro che sembrava totalmente  compromesso. Non solo questo ma anche la presenza compassionevole di Dio che scombussola i parametri della vita, le tradizioni, le abitudini e lo status quo sociale. Il Dio di Rut e Naomi è un Dio che apre i confini e moltiplica le occasioni di vita. Non c'è un ordine sociale o naturale prestabilito, né nella Bibbia, né nelle nostre vite. Due donne possono  diventare coppia, una vedova può tessere nuovi legami e ritrovare l'amore, una straniera può essere accolta nel paese  nemico. Dio ci spinge a vedere i confini da lui aperti perché essi non sono il risultato di una rivoluzione violenta ma di  una conversione delle menti e dei cuori. Invio
Con la promessa folle di Rut si aprono tanti confini, saltano le idee tradizionali, si creano nuove possibilità. A Naomi, la vedova anziana, Dio offre una nuova vita nel difficile viaggio di ritorno. A Rut, la giovane migrante, Dio offre un lavoro, un amore e una famosa discendenza. Nelle nostre vite attuali caratterizzate dall’incertezza, dalla precarietà, dall’emigrazione e da un certo scoraggiamento, la storia della follia di Rut e della bontà illimitata di Dio risuona come una vera speranza. E’ come se, con l’aiuto di Dio, tutti i nostri confini potessero spostarsi o addirittura sparire.
E’ il segno della compassione smisurata del Signore, il segno della sua benedizione sul nostro destino comune. Amen.  

Trapani-Marsala / 12/02/12 - Janique Perrin - www.chiesavaldesetrapani.com