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16/04/2012 04:34:05

La marineria marsalese in ginocchio protesta al Comune. Si incantenano alcuni operatori

  "Rappresentiamo la marineria marsalese  - raccontatno - formata da circa 18 imbarcazioni dedite alla pesca dei grandi pelagici attraverso il sistema del palangaro derivante e le notizie allarmanti di questi giorni relative alle prossime assegnazioni della quota tonno fra i vari sistema di pesca ci impongono, per spirito di sopravvivenza, a questa forma di protesta".

I pescatori marsalesi hanno anche scritto una lettera aperta alle principali istituzioni, nella quale fanno presente  che il sistema del palangaro è un sistema di pesca selettivo, che favorisce la tutela del tonno.

Nell’anno 2000 è stata assegnata al Palangaro una quota di circa 1000 tonnellate, pari a circa il 20% della quota complessivamente disponibile per tutti i sistemi di pesca, mentre al sistema della circuizione è stata assegnata una quota pari al 77% circa della quota disponibile. Nell’anno 2001 e così fino al 2008 la quota assegnata al Palangaro è stata ingiustificatamente ridotta al 10% della quota complessivamente disponibile, mentre invariata e poi addirittura aumentata negli anni 2007, 2008, 2009 fino al 90% è stata la quota assegnata alla circuizione;

Secondo i pescatori marsalesi "la riduzione in percentuale della quota assegnata al palangaro -già di per sé minima ed inadeguata- non trova alcuna giustificazione normativa né nazionale né comunitaria, ma parrebbe favorire indiscriminatamente solo il sistema di pesca a circuizione. Se è vero come pare che per l’anno 2012 al sistema del palangaro potrebbe essere assegnata una quota tonno pari a 250 tonnellate che dovrà essere divisa tra 29 imbarcazioni è di tutta evidenza, almeno tra gli addetti ai lavori, che in poco meno di quattro bordate di pesca si esaurisce la quota assegnata.Sulle 18 imbarcazioni marsalesi che praticano esclusivamente questo sistema di pesca lavorano circa 7 persone di equipaggio ad imbarcazione, ossia circa 126 marittimi in totale che, stando ai numeri di cui sopra, lavoreranno solo un mese -perché in un mese si esaurisce la quota- e poi, senza alcun sussidio economico e senza poter andare per mare, devono affrontare i restanti undici mesi dell’anno".

A capo della protesta ci sono gli armatori Uccio Tramati, Luigi Li Causi e Matteo Trono, che in una nota affermano quanto sia «assurdo che nel meridione d’Italia, dove il lavoro scarseggia,
volere distruggere un comparto che con sacrificio immane opera in mare con tutti i rischi del caso».
Si plaude, invece, all’azione del sindaco Renzo Carini, definita «unica istituzione vicina alla categoria», che a fine gennaio scrisse al ministro delle Politiche agricole e della Pesca, Mario Catania, chiedendo di «trovare una soluzione»

LA CRISI DI MAZARA. Mazara del Vallo vive una crisi nel settore pesca mai registrata nella storia della Citta'. Bisogna mettere insieme tutte le risorse e le Istituzioni per affrontare il problema". Lo ha dichiarato l'on. Nicola Cristaldi, Sindaco di Mazara del Vallo, subito dopo ave incontrato a Roma i vertici nazionali di Federpesca.
"Mi faro' promotore di un incontro a Mazara del Vallo - ha detto Nicola Cristaldi - al quale invitare le organizzazioni armatoriali e le Istituzioni operanti nel territorio al fine di fare un'analisi dello stato di crisi e disegnare i passi necessari per contribuire all'uscita dalla crisi. E' sotto gli occhi di tutti la necessita' di chiamare a raccolta quanti operando nel settore si sono allontanati dalle organizzazioni per sfiducia o per stanchezza. Non e' piu' il tempo delle polemiche e delle masochistiche contrapposizioni. Non c'e' soltanto - ha aggiunto Cristaldi - il problema dei costi di gestione dell'impresa pesca, c'e' soprattutto la necessita' di concordare con i Paesi rivieraschi una linea comune in materia di sfruttamento delle risorse ittiche e c'e' anche l'obbligatorieta' di riaprire con Bruxelles un dialogo per il ripristino reale di una politica di riposo biologico. Subito dopo la riunione di mazara del Vallo attivero' un tavolo di concertazione con gli altri enti locali interessati al buon andamento delle marinerie siciliane".

QUOTA INIQUA.  “Una decisione iniqua, che mortifica decine di imprese e che punisce, anziché premiare, gli importanti passi in avanti fatti dai pescatori marsalesi del palangaro in direzione della sostenibilità ambientale”. Così Giovanni Basciano, responsabile regionale dell’Agci Agrital, commenta la decisione del ministero dell’Agricoltura di ridurre ulteriormente la quota del tonno rosso per la flotta marsalese. “Che si tratti di una scelta incomprensibile lo dicono i dati – continua Basciano – In Italia, la flotta autorizzata alla pesca del tonno con il palangaro è quasi tutta marsalese, con 18 imbarcazioni su 30 a livello nazionale. Eppure, il ministero ha attribuito a questa flotta appena 196 tonnellate su una quota complessiva di 1787, ossia l’11 per cento. I conti non tornano. E soprattutto – continua – non si capisce perché si punisca, anziché premiare, un tipo di pesca come quello del palangaro che è di gran lunga il più sostenibile e che può permettere facilmente di attivare un sistema di certificazione di qualità legato proprio alla sostenibilità del mestiere. L’Europa ci chiede questo e i palangari lo fanno. Dunque, perché punirli?”.
“Per tutte queste ragioni – conclude – l’Agci aveva chiesto un sensibile aumento della quota del tonno rosso per i palangari. Oggi, nel prendere atto che si è operato in senso opposto, ci appelliamo a chi di competenza per la ricerca di una soluzione che permetta a questo comparto di continuare a esistere”.