Questa sera andrà in scena Pitecus di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, con Antonio Rezza; quadri di scena Flavia Mastrella; (mai) scritto da Antonio Rezza.
Sabato 14 luglio è in programma “Io”, firmato sempre da Flavia Mastrella e Antonio Rezza.
Il costo del biglietto intero per ogni spettacolo è di 10 euro, mentre il ridotto (over 65 e under 24, Soci Idea Net e Sicily pass card) è 8 euro. Si consiglia la prenotazione, chiamando il numero 0924.67844. Prevendite a Palermo (12 euro) presso la Libreria Modusvivendi, in via Quintino Sella, 79. Tutte le notizie sulle Orestiadi sul sito www.orestiadi.it.
Questa sera è in programma Pitecus di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, con Antonio Rezza; quadri di scena Flavia Mastrella; (mai) scritto da Antonio Rezza.
È uno spettacolo che racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio. I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell'anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
Sabato 14 luglio va in scena “Io”, firmato sempre da Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con Antonio Rezza; quadri di scena Flavia Mastrella; (mai) scritto da Antonio Rezza. Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l’affetto della madre. Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell'amaro nascere. Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui. E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla tavola imbandita. Infine la catastrofe: Io si ridimensiona...
Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura.