Adamo aveva i titoli e le competenze per assumere l'incarico, e paga la colpa di aver intrapreso, come il nostro Sindaco, una battaglia per la legalità e il ripristino della stessa a Marsala, cominciando dalla apertura dei cancelli a mare che impediscono l'accesso alla spiaggia. Fa bene il Sindaco Adamo ad essere soddisfatta del suo operato, così come noi siamo orgogliosi di questo Sindaco, e della generosità di tutti i consulenti gratuiti che la affiancano.
Fabio
Gentile corrispondente,
ho sempre pensato alla legalità non come un fine della politica, ma come un mezzo del fare politica. Non è un pensiero originale, il mio, anzi, è proprio l’abc della letteratura classica sulle moderne democrazie. Purtroppo, oggi viviamo in tempi di legalità flessibile. Tutti vogliono il “ripristino della legalità”, ma a modo loro, magari proprio non rispettando le leggi.
E’ per questo che le dichiarazioni del Sindaco Adamo su una presunta lobby reazionaria (e perché no anche pluto – massonica?) che a Marsala impedisce il “ripristino della legalità” mi sembrano insensate e fuori luogo, irrispettose per la cosa pubblica, per la Procura della Repubblica, e per la nostra intelligenza.
Innanzitutto, con sano realismo, Marsala, fino a che Adamo diventasse Sindaco, non era certo il far – west. Era, ed è, un Comune di medie dimensioni, con uno scarso senso della legalità, una cittadinanza apatica, un classe politica mediocre, una corruzione molto diffusa.Era, ripeto, ed è.
Si dirà: per ripristino della legalità si intende la lotta per l’apertura dei cancelli che impediscono l’accesso al mare. Battaglia nobile, certo. Ma non credo che che sia esattamente la prima emergenza di Marsala (poi, ognuno ha le sue priorità). Io, quando vedo un cancello a mare chiuso, chiamo i vigili urbani. Arriva la pattuglia, il cancello si apre. Semplice. Il più delle volte, si apre anche prima. Basta la minaccia.Piuttosto, come denuncia da tempo, inascoltato, il sindacalista Pino Amodeo, a Marsala sono i lidi ad essere illegali. E lì non ci sono vigili che possano fare alcunché.
Non credo, inoltre, che la lobby dei “cancellisti a mare” (si chiamano così?) sia in città così potente da fare avviare in Procura un’indagine nei confronti dell’esperto del Sindaco che si è preso la briga di andare a controllare i cancelli e gli accessi ai lidi, rompendo finanche un catenaccio.
Siamo seri. Salvatore Adamo non è indagato per questo. Solo il Sindaco non lo ha capito (o fa finta di non capirlo).
Purtroppo, nel concetto di legalità flessibile del Sindaco Adamo, se uno scopo è considerato (nel suo piccolo mondo antico) buono, ogni mezzo è lecito per ottenerlo. Io penso sempre, invece, che la buona politica sia nei mezzi che si usano, non solo nei risultati.
E penso anche un’altra cosa, meno alta e più prosaica. Che c’è una lobby (tra le tante) in città. E non sono i “cancellisti” o altri facinorosi partoriti dalla fantasia del Sindaco. Sono, ieri come oggi, coloro che hanno le case abusive costruite entro i 150 metri dal mare. Case che vanno abbattute.
Breve riepilogo. L’amministrazione Carini, tra mille tentennamenti, aveva cominciato l’abbattimento delle case abusive. Il partito degli abusivi aveva e ha a Marsala i massimi rappresentanti nell’attuale Presidente del Consiglio, Enzo Sturiano (che ha fatto di tutto per bloccare le demolizioni) e nel suo referente politico Paolo Ruggirello, che da sempre insegue all’Ars un disegno di legge per la sanatoria tombale (lui la chiama riordino delle coste).
Con il Sindaco Adamo, le demolizioni, già previste, sono finite. Magicamente. Come mai? Mancano i soldi, ha detto il Sindaco (omettendo di dire che, quando mancano i soldi, la legge prevede la demolizione del fabbricato a carico dell’abusivo). Sulla vicenda degli abusivi si innesca ora una seconda miccia, pronta ad esplodere. Perché, con un confronto di foto aeree di ieri e di oggi – da sempre nella disponibilità del Comune di Marsala e mai prima d’ora controllate, vergogna! – si è scoperto che molti che hanno la bella casa in spiaggia sanata perché hanno dichiarato di averla costruita prima del 1978, in realtà hanno dichiarato il falso. Per loro dunque, c’è la licenza edilizia da ritirare. La loro casa è hic et nunc abusiva, come le altre (anzi, anche tra gli abusivi ci sono quelli onesti, che hanno dichiarato il vero, rispetto ai disonesti, che hanno dichiarato il falso).
“La legge va rispettata” ha detto il Sindaco sollecita sull’argomento. Staremo a vedere. Ma abbiamo seri dubbi.
“Cosa succederebbe se si scoprisse che magari tra gli immobili sanati con una falsa dichiarazione ci sono anche case di proprietà di importanti esponenti dell’Amministrazione Comunale?” abbiamo chiesto al Sindaco. “Abbatteremo anche quella casa”, ha risposto. I dubbi aumentano.
Perché sappiamo che in tanti lavorano per insabbiare. In queste come in altre vicende. E’ una legalità flessibile, dicevo. A Palermo l’onorevole (abusivo) Adamo attacca Lombardo sugli incarichi di consulenza elargiti dalla Regione alle persone indagate. A Marsala il sindaco Adamo ritiene che siano invece le lobby a tramare contro gli esponenti della sua amministrazione indagati.
Forse è meglio dire che viviamo in un clima da legalità depotenziata. La legge c’è se conviene a chi governa, qui e ora. Quando non conviene, allora la si applica, ma non al 100%, ad una misura inferiore, come un abito sartoriale.
Così, ci vogliono convincere che il voto di scambio è una nobile cosa se serve a fare eleggere il Sindaco del “rinnovamento”. O che per “motivi di orgoglio” è giusto che il Sindaco sia anche deputato. O che il titolo di “esperto” del Sindaco vale di più del titolo che si usurpa. O che asfaltare una stradella due giorni prima del voto sia un gesto nobile.
Ci vogliono convincere anche che denunciare tutte queste cose sia frutto di un modo di fare informazione falsa e tendenziosa, quasi priva di senso. Coloro che ci accusano di questo (di essere pagati non si sa bene da chi, di non avere stile nè verità nelle cose che scriviamo) sono gli stessi che ci riempivano di complimenti quando non davamo tregua all'Amministrazione dell'ex Sindaco Carini. Perchè a loro, in quel momento, l'informazione libera conveniva. Adesso non conviene più. La vorrebbero flessibile e depotenziata, come la legalità.
Grazie dell'attenzione, e continui a seguirci
Giacomo Di Girolamo