Il Comune è stato sciolto per mafia lo scorso 27 luglio con provvedimento del Consiglio dei Ministri “a seguito dell’accertamento di infiltrazioni della criminalità organizzate che condizionano l’attività dell’amministrazione locale”. Il provvedimento è arrivato 7 mesi dopo l’arresto del sindaco Ciro Caravà, avvenuto il 16 dicembre scorso perché ritenuto organico a cosa nostra campobellese. In questi mesi il piccolo centro belicino ha vissuto un periodo di stallo amministrativo, con atti anche di ordinaria amministraazione che non potevano essere compiuti.
Il viceprefetto Esther Mammano, il viceprefetto aggiunto Natalia Ruggeri e il funzionario di seconda fascia Salvatore Mallemi, sono stati nominati con un decreto firmato a Roma il 30 luglio dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per svolgere le funzioni spettanti a sindaco, giunta e consiglio comunale. Il loro mandato durerà diciotto mesi, scaduti i quali i campobellesi potranno tornare alle urne.
La commissione che si è insediate nei giorni scorsi dovrà “rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l’interesse pubblico e assicurare il risanamento delle istituzioni locali”. I tre commissari hanno già incontrato i dirigenti comunali per mettere mano alle criticità più urgenti. Inoltre è stato incontrato il commissario Carlo Pecoraro che ha consegnato la relazione sugli atti deliberati durante il suo mandato iniziato il 2 marzo scorso. “Lavoreremo per riportare la legalità e per fare del Comune e di questa comunità un vero consorzio civile” ha detto Esther Mammano, che della commissione ne è il presidente. Il Comune di Campobello è al suo secondo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Era accaduto già nel 1992 e l’ex sindaco Caravà, era allora consigliere comunale e già inserito nella prima relazione di scioglimento.