E' il racconto che aluni operai della Forestale fanno circa l'incendio ormai di 9 giorni fa allo Zingaro e a San Vito Lo Capo. Incendio che ha devastato la Riserva, e che sta suscitando polemiche a non finire. Secondo le associazioni di volontariato della Protezione civile è mancato invece un vero e proprio coordinamento tra tutte le forze in campo: "Perchè - si chiedono in molti - quando si sono avuti i primi incendi a nessuno è venuto in mente che proprio a causa del caldo torrido e del forte vento di scirocco le fiamme si sarebbero potute propagare su vaste aree ed attaccare zone inaccessibili?"
Un altro fronte polemico riguarda il mancato invio dei mezzi aerei domenica, quando le fiamme hanno praticamente distrutto tutto. Alle ultime polemiche sollevate dal sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo ("Non sono intervenuti i mezzi Canadair, né i mezzi aerei, gli unici che avrebbero potuto fermare le fiamme", aveva detto il primo cittadino), ha risposto in un'intervista a La Stampa il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli il quale sottolinea che "la richiesta di intervento è arrivata troppo tardi". I canadair a Trapani e soprattutto sulla Riserva dello Zingaro, sono realmente arrivati il lunedì mattina a fuoco spento, solo per la bonifica dei luoghi ormai completamente bruciati e dove gli stessi uomini della forestale la sera precedente non erano riusciti ad arrivare perché si trattava di zone impraticabili.
Tra le tante notizie legate all'incendio, fa tenerezza, il racconto dell'eccezionale salvataggio da parte degli uomini della capitaneria di porto di Trapani di un cinghiale di 50 chili che per sfuggire alle fiamme, domenica si era buttato in mare e poi aveva trovato ricovero su una insenatura dove è stato catturato non senza problemi, da un funzionario del comune di San Vito Lo capo, che si trovava a bordo della motovedetta per monitorare le coste della stessa riserva che dopo l'incendio è stata chiusa per precauzione.
Ad avvalorare la tesi del dolo sul quale la Procura di Trapani ha aperto una indagine contro ignoti, il fatto che il fuoco sarebbe stato appiccato in punti praticamente inaccessibili a persone poco pratiche della zona. Diverse sarebbero stati i focolai e distribuiti su più punti della riserva e non solo.
Nei giorni scorsi allo Zingaro per fare una ispezione e monitorare la situazione al suo interno invece, per avere un quadro completo dei danni, sono arrivati anche l'assessore regionale al territorio e Ambiente Alessandro Aricò e il senatore Antonio D'Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato. Con loro anche il dirigente della Forestale di Trapani e il direttore della Riserva. Ad avvalorare la tesi del dolo sul quale la Procura di Trapani ha aperto una indagine contro ignoti, il fatto che il fuoco sarebbe stato appiccato in punti praticamente inaccessibili a persone poco pratiche della zona. Diverse sarebbero stati i focolai e distribuiti su più punti della riserva e non solo.
"Al di là delle bellezze della riserva, ogni volta che brucia un pezzo del Paese sto male - dice Gabrielli. In questo caso specifico mi spiace per le polemiche sollevate dal sindaco ma ho chiesto ai nostri uffici tecnici ed ho avuto conferma che il primo giorno non è stato chiesto l'intervento dei canadair. Quando sono arrivati il danno purtroppo si era già consumato". Certo prevenire sarebbe meglio come ha sottolineato l'assessore Aricò, rispondendo anche lui alle polemiche sul mancato arrivo dei mezzi aerei sulla Riserva che bruciava. "Purtroppo - ha ribadito - la grave situazione che si era venuta a creare a Bellolampo ci ha impedito di mandare i canadair allo Zingaro. Tra uno o due anni in ogni caso la vegetazione verrà ripristinata in questi luoghi. Nel frattempo faremo in modo di ristabilire anche la presenza di un canadair nell'aeroporto di Birgi così com'accadeva fino a qualche anno fa".