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12/09/2012 04:16:56

In Sicilia falliscono due imprese al giorno

Le procedure fallimentari (richieste e in corso di espletamento) nei tribunali dell’Isola ammontavano a 11mila istanze alla fine dello scorso anno, con una proiezione di quasi 12mila per il 2012.
I dati sono stati diffusi dall'Osservatorio sulla crisi d’impresa di Cerved Group. Nel secondo trimestre 2012 sono state aperte circa 3.300 procedure fallimentari, il 3,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante questo calo, analizzando il primo semestre il livello si attesta a 6500 procedure, un numero più alto rispetto allo stesso periodo del 2011, anno record per i fallimenti.
Quasi tre quarti delle procedure riguardano le società di capitali, la forma giuridica che ha sofferto maggiormente durante la crisi e che ha evidenziato un aumento dei default del 4,6% nei primi sei mesi del 2012. Le altre forme hanno registrato invece un dato in diminuzione del 7,3% tra le società di persone e 9,8% tra quelle individuali. Sull’andamento di questo semestre pesano soprattutto i fallimenti delle costruzioni (+4,8%) dei servizi (+1,2%) e degli altri settori, (+9,5%), mentre continua la discesa delle procedure nel comparto dell’industria, -8,6%. La situazione a livello territoriale si diversifica molto da area ad area: se nel Nord Ovest (+5,5%) e nel Centro (+7,1%) i default continuano a crescere, nel Nord Est e nel Sud diminuiscono, rispettivamente del 9,8% e dell’1,7%.
Secondo un altro studio (“Fallimenti delle aziende in Italia” di Cribis D&B, con dati aggiornati al primo semestre 2012) fra aprile e giugno la dichiarazione di “default” ha riguardato 166 aziende siciliane, qualche unità in meno rispetto alle 174 del primo trimestre di quest’anno. Le procedure siciliane sono in tutto 2.079 dal 1° gennaio 2009 al 30 giugno 2012, e nel secondo trimestre di quest’ultimo anno rappresentano il 5,3% del totale italiano.
Citando un’altra fonte (l’ultimo dossier di Unioncamere) si osserva come in Sicilia a essere maggiormente colpite siano state le società di capitali, con circa il 63% dei fallimenti; 32 invece i concordati e oltre il 40% delle procedure concorsuali ha riguardato le imprese nel commercio, seguite dal comparto costruzioni e da quello manifatturiero, dell’energia e minerario. Nettamente inferiore al dato medio italiano il numero degli scioglimenti e delle liquidazioni (893), l’1,93 per mille contro i
2,76 del valore nazionale.
Ed è al rialzo anche la stima sulle procedure concorsuali aperte. Alla fine del 2011 questo dato era pari a oltre 11mila imprese, pari al 9% del totale nazionale secondo la banca dati camerale Stock View.Per il 2012, pur non essendo stati ancora resi noti i dati semestrali, il valore comunque dovrebbe attestarsi intorno a 11.700 imprese E i creditori che aspettano impazienti? Devono rassegnarsi ad aspettare. Secondo l’ultima rilevazione Istat, risalente però al 2007, il tempo
medio d’attesa in Sicilia rappresenta il record italiano: 12 anni di attesa per la chiusura di una procedura fallimentare, più del doppio del “virtuoso” (si fa per
dire) Trentino-Alto Adige, con 5 anni e 7 mesi. Un quadro confermato dai dati che arrivano dai tribunali siciliani, ripresi da Centonove. Al Tribunale di Catania si
contano 3.516 procedure fallimentari, di cui 1.807 aperte e 1.709 chiuse; a Palermo, su un totale di 2.849 fallimenti, ben 2.128 sono ancora aperti e appena 721
chiusi. Messina, infine, su 879 iter avviati, ne ne risultano 661 in corso a fronte di 218 archiviate. Al Tribunale di Catania è ancora aperto un fallimento dichiarato il 18 maggio 1966, mentre al tribunale di Palermo ne giace uno recante data 18 agosto 1971.