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18/10/2012 04:32:51

Caso Denise. Vacilla l'alibi per Jessica Pulizzi. Il punto sul processo e sulle indagini

Durante l'ultima udienza del processo, lo scorso venerdì, infatti, il gestore di un banco di alimentari al mercato rionale ha dichiarato "di non aver visto Jessica quella mattina", smentendo così l'alibi della ragazza. In precedenza, un altro testimone, cambiando la sua versione, aveva fatto cadere l'alibi. Si tratta di Maurizio Cannistraro, titolare di un chiosco per la vendita di panini con le panelle nel mercatino rionale. Lui non ricorda di aver venduto alcun panino a Jessica, quella mattina.


Imputati nel processo sono Jessica Pulizzi, 25 anni, sorella (per parte di padre) della bambina rapita, che è accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 27 anni, accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero.

A cambiare la sua versione in aula è stata Antonietta Di Liberti: "Forse mi sono sbagliata non ricordo il giorno esatto". La biologa, titolare di un laboratorio di analisi a Mazara del Vallo, nell'udienza precedente aveva dichiarato che la 25enne, la mattina del primo settembre 2004, aveva effettuato un prelievo di sangue nel suo laboratorio. Ma, nessuna registrazione presso l'Asp accerta la prestazione effettuata. Il registro, infatti, non si trova e il computer, secondo la biologa, si sarebbe guastato. Non c'è prova, dunque, che quella mattina Jessica si sia davvero recata al laboratorio di analisi cliniche di Antonietta Di Liberti.

"Sono avvilita e stanca di sentire continue menzogne. L'evidenza dei fatti è che gli alibi dell'imputata stanno cadendo. Le bugie hanno le gambe corte. Sta crollando il castello che avevano creato". Così Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, ha commentato le ultime novità sul processo. "Ma quello che più mi interessa - ha aggiunto - non è sapere chi sono i colpevoli, ma dov'è Denise".

Nell'udienza del 28 settembre 2012, Alice Pulizzi, sorella di Jessica, aveva dichiarato: "La mattina del primo settembre 2004, io e Jessica siamo andate prima al laboratorio di analisi cliniche Di Liberti. Poi, siamo andate a comprare una giacca, quindi all'istituto commerciale e dopo siamo andate al mercatino vicino piazza Macello per comprare un panino con le panelle. Lì, abbiamo incontrato nostra nonna e sua sorella". E' l'intera versione che non sembra più reggere dopo le ultime due testimonianze.

 Ad assestare un altro  colpo sono state Giovanna Provenzano e la figlia Loredana Giacalone, rispettivamente zia e cugina di Gaspare Ghaleb, che all’epoca dei fatti era fidanzato con Jessica e che si ritrova imputato con l’accusa di false dichiarazioni al pubblico ministero. Rispondendo alle domande del pm Sabrina Carmazzi, sia la zia che la cugina di Ghaleb (la madre, Concetta Provenzano, si è avvalsa della facoltà di non rispondere) hanno detto che il pomeriggio del
primo settembre 2004 Jessica non si recò presso la loro abitazione. In aula anche Giacoma Pisciotta, vicina di casa di Anna Corona, che ha confermato
che qualche ora dopo il sequestro la polizia non entrò a casa della madre di Jessica, ma nella sua abitazione.