Confermati gli assessori tecnici: l’arch. Peppe Bica all'urbanistica, l’ing. Costanza Giurlanda ai LLPP, il dott. Enzo D’Angelo al Bilancio. Le nuove nomine riguardano: il Dott. Alberto Di Marzo, delega allo sport, valdericino, anestesista all’ospedale S.Antonio Abate e presidente dell’Ass. S. Andrea in Festa; il dott. Michele Schifano cui andrà la delega ai Servizi Sociali, dirigente del Ser.T. di Trapani, laurea in psicologia alla Sapienza di Roma e una vita dedicata a progetti di recupero sociale nella nostra provincia; il Geom. Giuseppe Cardella delega al territorio ed ambiente, valdericino, libero professionista.
«Ritengo - afferma il sindaco Iovino - di aver fatto un buon lavoro e scelte di qualità. Ho visto forti motivazioni tra gli assessori nominati e grande voglia di lavorare. Nutro fiducia per una fine di mandato proficuo per i cittadini valdericini. Un ringraziamento devo ai componenti della precedente giunta, che ha dimostrato carattere e capacità nonostante le inconsistenti critiche dell’opposizione “per partito preso”. Un governo che ha radicalmente rinnovato il modo di amministrare a Valderice e che, possiamo dire, ha battuto 14 a 1 il precedente esecutivo. Mi riferisco ai 14 milioni di euro di finanziamenti ottenuti extra bilancio, cioè al di fuori dei consueti trasferimenti dello Stato, rispetto al milione di euro della precedente amministrazione».
«I cambi in giunta - continua Iovino - sono stati dovuti all’emergere di contrasti all’interno della coalizione, ed in particolare del Pdl, che avevano tolto serenità al lavoro della giunta, alla quale, in questa fine legislatura, è richiesta attenzione per completare gli obiettivi fissati, tradurli in risultati e consegnarli al prossimo governo della città».
«Ormai - conclude il sindaco - la politica valdericina è entrata in fibrillazione e tutti sono ormai impegnati a ritagliarsi un futuro nella prossima tornata elettorale, fors’anche a ricostruirsi una improbabile verginità, mentre i problemi quotidiani dei cittadini sono passati in secondo piano. Anzi quelle poche volte che si affrontano servono a litigare o a gestirli per proprio tornaconto elettorale senza confrontarsi minimamente sulle soluzioni possibili e concrete».