Secondo le accuse l'uomo avrebbe prestato denaro, ad imprenditori in difficoltà economiche, pretendendo tassi d'interesse del 120 per cento. Nei giorni scorsi - ma la notizia è stata resa nota solo oggi - le Fiamme gialle gli hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale, su richiesta dei sostituti procuratori Paolo Di Sciuva e Sara Morri. L'uomo, che dava una mano alla figlia nella gestione del bar "Sorriso", nel 1994 era stato condannato ad un anno e sei mesi sempre per lo stesso reato. In quella circostanza usufruì della sospensione condizionale della pena. Vittima del "falso benefattore", sette piccoli imprenditori del settore marmifero di Custonaci che si sono rivolti all'indagato per ottenere dei prestiti per risollevare le loro aziende. Per la finanza comunque potrebbero essere molto di più le vittime.
Le vittime dell'usura hanno iniziato a collaborare con gli investigatori solo in un secondo momento, ammettendo di aver ricevuto denaro ad interessi da capogiro. A Salvatore Zichichi i militari della Guardia di finanza erano giunti a conclusione di una precedente operazione culminata nell'arresto di altri due "cravattari". Ora si trova rinchiuso nel carcere di San Giuliano. Nel corso dell'operazione sono stati sequestri beni e disponibilità finanziarie per 515 mila euro. Nel corso di una perquisizione domiciliare i finanzieri hanno rinvenuto denaro contante nascosto nel forno e nella zuccheriera. Nel vano della ruota di scorta, dell'auto di Zichichi, sono stati ritrovati decine di assegni per un importo complessivo di 143 mila euro. Le indagini proseguono.