Da lunedì e per tutta la settimana qualsiasi prestazione sarà effettuata a pagamento: dagli esami del sangue alle radiografie, i pazienti dovranno pagare per intero anche se in possesso di ricetta del medico di famiglia.
Primo atto di un braccio di ferro che rischia di allargarsi alle case di cura di cura private, che al momento hanno scelto una linea meno aggressiva.
Il nuovo tariffario regionale è da venerdì sulla Gazzetta ufficiale. È quindi in vigore. Per via di un complicato intreccio di sentenze dei tribunali amministrativi ha valore retroattivo al 2007, e taglia mediamente del 40% le tariffe, obbligando i laboratori d’analisi a restituire la differenza di questi cinque anni.
Tutto nasce nel 2007 quando l’allora assessore Roberto Lagalla riscrive il tariffario, cioè l’elenco e il valore delle prestazioni erogate da laboratori e specialisti convenzionati che la Regione paga ai privati sotto forma di rimborso. Per il cittadino cambia poco o nulla visto che paga sempre il ticket dietro presentazione della ricetta ma per i privati è previsto un taglio del 40%. Nel 2007 il decreto viene subito impugnato al Tar, che concede la sospensiva cautelare. E nell’attesa
della sentenza di merito Lagalla riporta in vigore il più vantaggioso tariffario del 1997. Ma la Regione ha vinto la causa, e quindi, da domani scatteranno le nuove tariffe e i privati dovranno anche rimborsare quanto incassato in più durante i 5 anni di applicazione delle tariffe a loro più vantaggiose.
Dichiara l’assessore Lucia Borsellino: «Gli uffici sono al lavoro per quantificare le somme”eventualmente”da recuperare ». Una parte di queste potrebbero essere assorbite da successive manovre oppure si potrebbe ipotizzare un piano di rientro.
Ma le principali sigle di categoria non ci stanno. Abs, Aipa, Anisap, Asilab, Citds, Federlabe, Fenasp hanno indetto una settimana di protesta e chiesto anche un incontro al presidente Crocetta:«Applicando questo decreto si arriverebbe al dissesto delle strutture specialistiche. Con le nuove tariffe non si coprono neppure i costi di produzione. Il governo deve modificare il tariffario.Se le imprese falliscono, verrà meno l’assistenza sul territorio». Per questo motivo da lunedì chiunque si rechi in un laboratorio di analisi o nello studio di uno specialista (i più coinvolti sono i radiologi) pagherà per intero la prestazione richiesta.
L’alternativa è recarsi negli ospedali.
Diversa la posizione delle case di cura. Colpite dal decreto regionale solo quelle che svolgono anche esami specialistici. Tutte le altre prestazioni ospedaliere vengono invece regolate da un tariffario nazionale - il decreto Balduzzi - che taglia i rimborsi ma che non è ancora in vigore: è stato impugnato dall’Aiop (l’associazione delle case di cure) a livello nazionale e la Regione da parte sua non lo ha ancora recepito. In attesa di capire come e quando l’assessorato lo recepirà, i rimborsi alle cliniche restano invariati.