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30/04/2013 09:57:28

Evasione fiscale. Beni per oltre due milioni di euro sequestrati a due imprenditori di Alcamo e Marsala

In particolare, al rappresentante legale di una società alcamese è stata contestata l'omessa presentazione, nel 2008, delle dichiarazioni dell'Ires per 314mila euro e dell'Iva per 162mila euro. A suo carico sono stati sequestrati cinque abitazioni, due negozi, un ufficio, un'autorimessa e sei terreni.
Il sequestro più consistente, che supera i due milioni, è però quello nei confronti dell'imprenditore trapanese, disposto dal Gip di Marsala in relazione alla liquidazione di una cooperativa che operò tra il 2006 e il 2009 nel Nord-Italia nel settore della logistica per le imprese.
Il 30 dicembre 2009 fu nominato liquidatore un marocchinoo nullatenente e la sede della ditta fu trasferita da Paderno Dugnano, in provincia di Milano, a Trapani. In tale contesto, secondo i finanzieri, furono occultati documenti fiscali e fu così realizzata un'evasione di Iva da oltre 1,5 milioni di euro.
Contestati anche un omesso versamento di ritenute per ulteriori 500mila euro e l'appropriazione indebita, in concorso con altre quattro persone, di 3 milioni di euro, distratti dalla cooperativa.
All'imprenditore sono sati sequestrati tre auto, tra le quali una Ferrari F131, e quote di tre società di ristorazione operanti a Trapani, oltre a diverse disponibilità finanziarie.

Si tratta di una nuova operazione della Guardia di Finanza nel contrasto all’economia sommersa ed alle frodi fiscali realizzate da cooperative operanti nel settore della logistica aziendale. 
Ci sono infatti nel nostro territorio diverse cooperative, costituite per fornire manodopera ad altre imprese nel settore della logistica aziendale, che vengono poste in liquidazione dopo appena 2/3 anni di attività, omettendo tutti i versamenti d’imposta e delle ritenute d’acconto operate ai dipendenti, nonché, in alcuni casi, anche la presentazione delle dichiarazioni fiscali, procedendo alla sistematica distruzione od occultamento delle scritture contabili obbligatorie, per  ostacolare la ricostruzione dei rapporti commerciali.

Già nel 2011 fu controllata dalla Finanza la posizione di  4 cooperative che hanno operato nel periodo 2006-2010 e che, costituite inizialmente nel Nord Italia, hanno poi trasferito la sede in provincia di Trapani. Si scoprì un'Iva evasa per oltre 9,5 milioni di euro.  Le attività ispettive, in quel caso,  hanno avuto avvio dopo che una attenta analisi di rischio ha consentito di individuare inizialmente 2 cooperative di Petrosino, risultate amministrate da un prestanome, nei confronti delle quali venivano accertate gravi violazioni alla normativa tributaria, costituenti anche ipotesi di reato, in ordine ai delitti di omessa presentazione delle dichiarazioni annuali ed occultamento e distruzione delle scritture contabili. Lo sviluppo delle attività di polizia tributaria ha poi interessato ulteriori 2 cooperative con sede a Trapani e Mazara del Vallo. Le indagini hanno fatto emergere che le cooperative avevano operato nel Nord Italia, impiegando fino ad oltre 370 lavoratori in un anno ed omettendo la presentazione delle dichiarazioni annuali ed il versamento delle relative imposte e ritenute fiscali. Al termine delle indagini tributarie sono state denunciate alle Procure della Repubblica di Trapani e Marsala 10 persone, ritenute responsabili dei reati di omessa presentazione delle dichiarazioni annuali, fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, omesso versamento delle ritenute operate e dell’IVA a debito, nonché di appropriazione indebita aggravata. Quest’ultima ipotesi delittuosa ha riguardato, in particolare, il dissesto finanziario di una cooperativa di Trapani, in quanto – prima di essere collocata in liquidazione – sono stati sottratti circa 3 milioni di euro dai conti correnti della società.
Dopo essere stata depauperata finanziariamente, la cooperativa è stata posta in liquidazione e quindi intestata ad un extracomunitario nullatenente, risultato completamente estraneo ad ogni vicenda gestionale ed utilizzato come mero prestanome. Nei confronti della cooperativa di Mazara del Vallo è stato invece accertato l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per 1 milione di euro (regolarmente contabilizzate e dichiarate come costi fittizi al fine di evadere le imposte e l’IVA) e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa 6 milioni di euro, al fine di consentire ad altre cooperative, ubicate fuori Provincia, l’evasione delle relative imposte.  

 



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