I veterinari dell'Asp hanno passato al setaccio gli ambulanti e le pescherie per verificare la qualità del pesce venduto. E su tutto il territorio sono scattati severi controlli che hanno portato al sequestro di diverse quantità di prodotti ittici. La Capitaneria di Porto di Porticello a Bagheria ha bloccato tre pescherecci che non avevano l'autorizzazione alla pesca del tonno sequestrandone 400 chili. A Palermo sequestrati 700 chili di tonno, elevate multe per 12mila euro e denunciati due pescatori. A Cefalù la capitaneria ha sequestrato 2500 chili di pesce. Circa 14 tonnellate di tonno rosso sono state sequestrate dalla Guardia costiera di Catania nel porticciolo di Stazzo, frazione marinara di Acireale. Il pesce era su due imbarcazioni di Pozzillo i cui proprietari hanno subito una sanzione amministrativa di 8mila euro. Sequestrati 19 tonni rossi del peso complessivo di circa 3 tonnellate a largo di Taormina, multato di 4.000 euro l'armatore. secondo i dati forniti dalla Direzione marittima e dalla Guardia Costiera, dalla fine di marzo ad oggi, sono stati sequestrati più di 24.000 chili di tonno rosso nella Sicilia occidentale per un valore complessivo che sfiora i 500 mila euro.
A causare il malessere - spiegano i medici - è la cattiva conservazione del tonno che determina una grossa quantità di istamina che provoca un vero e proprio avvelenamento (sindrome sgombroide). Una seconda causa potrebbe essere la presenza di larve di anisakis che possono costituire un rischio per la salute umana provocando una reazione allergica ai prodotti chimici liberati dalle larve nei pesci ospiti. Sono almeno un centinaio i palermitani che in questi ultimi giorni si sono presentati nei pronto soccorso cittadini: 46 i casi accertati. Difficoltà respiratorie, tachicardia, senso di nausea e gravi irritazioni cutanee, simili a delle vere e proprie ustioni, sono tra i malesseri più comuni riscontrati sui pazienti.
«I casi di intossicazione causati dal tonno rosso rappresentano l'ennesimo fatto che dimostra quanto malaffare ci sia dietro il settore alimentare», dice il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione. «Il settore della pesca siciliana è uno dei pilastri dell'economia dove occorre incentivare ancora di più i controlli per evitare che si verifichino episodi simili. Spesso - aggiungono - a causa della crisi si acquistano prodotti a bassissimo prezzo che non possono essere prodotti sani per via dei costi di produzione. Questa situazione non riguarda solo il pesce ma molti altri generi alimentari: si pensi ai formaggi che costano pochi centesimi perché fatti con le cagliate che arrivano dall'estero».
Il presidente del distretto siciliano della Pesca Giovanni Tumbiolo punta l’indice sulle “quote tonno” nell’Isola, ovvero le licenze rilasciate da Unione europea e governo per la pesca del pregiato sgombroide: su 12 tonnare a circuizione esistenti in Italia, solo 3 sono siciliane.
«Nel Mediterraneo ci sono enormi quantità di tonno — spiega Tumbiolo — bisogna ampliare le autorizzazioni alla pesca. E’ impensabile che i pescatori siciliani
debbano pagare le decisioni lobbiste di Bruxelles. Che peraltro alimentano la pesca illegale, conseguenza anche delle intossicazioni alimentari di questi ultimi giorni».
«Le intossicazioni da tonno rosso sono causa della pesca illegale. La marineria di Palermo ha pochissime quote tonno così molti pescatori cercano di aggirare i controlli, lasciando in mare il pesce appena catturato. Nel cuore della notte cercano di portarlo a riva e immetterlo nel mercato. Le ore o peggio i giorni che il pesce resta a mollo in mare guastano la qualità del tonno che produce l'istamina, sostanza velenosa che provoca anche choc anafilattico», spiega il responsabile del servizio veterinario dell'Asp 6 di Palermo Paolo Giambruno.
Preoccupate anche le associazioni di categoria che temono effetti economici con bruschi cali nelle vendite. Se prima della “sindrome da sgombroide” un chilo di tonno rosso poteva arrivare anche fino a 20 euro al chilo, ieri costava poco meno di 8 euro. Giovanni Basciano, presidente dell’Agci-Agrital, organizzazione che riunisce diverse cooperative di pescatori, invita i cittadini a mantenere la calma: «Niente allarmismi — dice — La causa non è il tonno. Questo tipo di avvelenamenti purtroppo si riscontrano in tantissimi prodotti alimentari, inclusa la carne. Ma non bisogna criminalizzare i pescatori. È vero che a volte andrebbero incrementati i controlli. Ma ciò non vuol dire che i siciliani non debbano comprare il pesce. È opportuno semmai acquistarlo nelle pescherie autorizzate dove si può star certi della freschezza e della qualità dei prodotti»