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29/07/2013 10:12:00

"Il grande Gatsby"

  di Leonardo Agate.

  Questo film ha un andamento diversificato. La prima parte é eccessivamente allegra e spensierata. La seconda parte diventa intensa e drammatica. Anche gli attori risentono della diversità dello svolgimento. Sembrano all'inizio poco più che infarinati di recitazione; mostrano nel finale tutta la loro bravura.
 Chissà quanto hanno speso per questo film! in perfetto stile USA. Centinaia di comparse, quattro protagonisti e altrettanti comprimari, mezzi costosi e tecnica sopraffine. Un ottimo prodotto americano, di quella cinematografia che vince soprattutto per le risorse che impiega.
La trama. Un agente di borsa, scrittore della domenica, Nick Caraway - Tobei Maguire, abita in uno chalet che confina con una grande dimora immersa nel verde, di proprietà di Jay Gatsby - Leonardo Di Caprio. I due inquilini si vedono talvolta dalle rispettive proprietà, ma la distanza sociale tra i due é abissale. Il modesto vicino si vede arrivare una mattina dal ricchissimo confinante l'invito a una festa. Ne resta perplesso, ma é felice di andarci. Il riccone é giovane come lui, e comincia a chiamarlo "vecchio mio". Questa invocazione la sentiremo per tutto il film, un centinaio di volte. Pronunciata da Gatsby, diventa familiare anche sulla bocca del vicino. E tutti i protagonisti, poi, con il bicchiere in mano. Non di acqua. All'americana, insomma. C'é da meravigliarsi che i giovani si ubriachino ogni volta che escono?
L'aspirante scrittore é stato invitato perché ha una cugina, Daisy Buchanan - Corei Mulligan, che é stata l'amore di Gatsby cinque anni prima, ora sposata a un altro riccone, Tom Buchanan - Joel Ergeston. Le aveva chiesto di aspettarlo. Aveva in mente di fare fortuna prima di impalmarla. Ma non si può comandare a un cuore femminile in piena giovinezza. Lei accetta la corte del riccone, e sposatolo vive nell'agiatezza. 
Gatsby vorrebbe che il cugino gli favorisse l'incontro con il vecchio amore. Così, dopo cinque anni di lontananza, si rivedono. Da questo punto comincia il grande film: tecnica più sentimento. Lei apparentemente senza emozioni sussurra:"Ho piacere di rivederti..." Lui ripete : "Anch'io".
Cinque anni non sono una bazzecola. Possono essere insignificanti da vecchi, non a quell'età della fioritura. Lei sembra di averlo dimenticato; lui ha avuto solo il pensiero di lei, mentre si costruiva la fortuna. Vorrebbe adesso riaverla, ora che può darle quello che lei cercò nel marito: i soldi. E se sul momento furono solo i soldi a farla scegliere, in seguito la convivenza con l'aitante coniuge la cullò, la protesse, e lei non poté non amarlo. Adesso che rivede il primo amore fatica a riallacciarlo alla propria vita, ma lui é duro come il ferro, non si piega all'evidenza, ricorda e sogna. Adesso per lui il sogno può diventare realtà, deve diventarlo.
La dolce protagonista - pelle rosea, capelli biondi, bocca leggermente sensuale, occhi mansueti ma intensi, corpo sexy sotto abiti mai scollati - lo rivuole a modo suo: "Scappiamo". Restando là, la presenza del marito non riesce a farle pronunciare la dichiarazione di rottura del matrimonio. Cinque anni di vita assieme da nababbi nella fantasmagorica Long Island degli anni venti, e l'intimità coniugale ancora più intima nel contrasto con il fuori, non possono annullarsi. 
Mentre i volti, le parole e i comportamenti dei vecchi, rinnovati amanti diventano sempre più impercettibilmente mobili, nel mutare degli spiriti, lo sportivo sposo rappresenta sempre più l'America gagliarda del business pure nei rapporti umani. 
Il finale va in tragedia. Una corsa pazza in auto, che travolge la vita di una popolana, fa morire lui. Nelle ultime scene, lei con il marito si allontanano, insalutati ospiti. 
Regia di Baz Luhrmann.
Voto: complessivamente 6. Per la sola seconda parte 10.