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01/12/2013 07:00:00

Ricordando Don Andrea Parrinello - Il racconto di Filippo Armellino

Torna l'appuntamento con il ricordo domenicale di Don Andrea Parrinello, un grande personaggio sportivo che dal dopoguerra fino agli anni 70 ha rappresentato il principale punto di riferimento per tutti i giovani marsalesi che si sono avvicinati al mondo del calcio, creando un vivaio di giovani calciatori che si sono affermati sia nei tornei giovanili che in molte squadre dilettanti e professioniste. Un comitato nato appositamente e formato da Salvatore Lo Grasso,
Emanuele Parisi, Totuccio Cardinale e Rino Bonomo lo ricorda con una raccolta di racconti e testimonianze che Marsala.it pubblica settimanalmente.


Episodio raccontato da Filippo Armellino, nato a Marsala il 23.07.1945. Ha giocato nell’Olimpia dal 1961 al 1965.

Era l’anno 1961, giocavo con l’Olimpia nella squadra dei ragazzi insieme con il mio carissimo e fraterno amico Paolo Lombardo. Io lavoravo in un noto stabilimento vinicolo di Marsala. Paolo Lombardo, invece, andava ancora a scuola. I nostri reciproci impegni quotidiani non ci impedivano comunque di trascorrere insieme parecchio tempo. Lombardo s’impegnava moltissimo nell’apprendimento delle tecniche del gioco del calcio, un po’ meno in tutto quello che riguardava la scuola. Di ciò ne era al corrente il padre che, naturalmente, se ne dispiaceva parecchio. Comunque veniva sempre volentieri al vederlo giocare. Della vicenda ne venne a conoscenza Don Andrea, che non si rifiutò certo d’intervenire, come era solito fare. Cioè in modo deciso, non impositivo ma efficace. Si assicurava personalmente, seguendolo la mattina, che il mio amico si recasse a scuola e che lì entrasse per compiere il suo dovere. Una mattina avvenne che l’improvvisato investigatore, opportunamente nascosto, ha notato che il mio amico non era entrato in classe, e che, come si dice dalle nostre parti, aveva fatto Sicilia. Cioè aveva marinato la scuola. All’improvviso gli si è parato davanti chiedendogli spiegazioni. Paolo ha tentato di inventare là per là una scusa ma, prima ancora che potesse fornire una probabile e credibile giustificazione, gli arrivò sulla guancia un sonoro schiaffone che, come ha detto egli stesso, ha visto le stelle a mezzogiorno. Don Andrea aveva promesso al padre del mio amico che il ragazzo sarebbe andato a scuola regolarmente e che, soltanto dopo, poteva soddisfare il piacere che il gioco del calcio gli procurava. Di quell’episodio, naturalmente, il padre del mio amico non ha mai avuto conoscenza e il prezzo, che Paolo ha dovuto pagare, è stato la promessa fatta a Don Andrea che quanto avvenuto non si sarebbe in futuro più verificato. Desidero precisare che dei numerosi interventi che Don Andrea ha fatto nei confronti, e per il bene di quelli che definiva i suoi ragazzi, per quanto è a mia conoscenza, quello è stato il primo e l’ultimo dove ha usato violenza. Sebbene quell’episodio non mi riguardava in prima persona mi è certamente servito come insegnamento.

Marsala, lì 21.06.2013
Filippo Armellino