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02/01/2014 06:05:00

Ex Tabella H. Ecco a chi vanno i contributi della Regione Siciliana

Stanzia dall'Assessorato Regionale dei Beni culturali i fondi dell'ex tabella H, che sono passati dagli oltre 7 milioni del 2012 ad appena 1,6 milioni di euro. Il totale dei contributi richiesti alla Regione era di 4 milioni.
L'assessore ai Beni culturali, Mariarita Sgarlata dichiara: «Ho sempre pensato che la tabella H sia un "non sense" che ha creato una casta di fondazioni, enti e associazioni che hanno goduto, spesso immeritatamente, di fondi regionali mentre sono rimaste fuori attività di nuova formazione che avrebbero meritato una diversa considerazione. Le valutazioni della commissione sono andate nella direzione meritocratica che avevo auspicato».Ci sono anche alcuni bocciati eccellenti: la fondazione "Giuseppe Fava", l'associazione "Libera" di Palermo, l'Accademia Gioenia e la Società Storia patria per la Sicilia Orientale di Catania, le Società di Storia patria di Messina e Siracusa, l'Accademia nazionale di scienze e arti, il Centro studi "Gentile", il Cepes e la fondazione "Tricoli". Nemmeno un euro per 15 dei 63 soggetti richiedenti.
E per gli altri  48 destinatari molto meno di quanto richiesto, e pure una deminutio rispetto ai contributi stimati come congrui dalla commissione del Dipartimento.  La fondazione "Whitaker", che gestisce il museo di Mozia, ha avuto il contributo più sostanzioso - 200mila euro - al fronte di uno stimato in 646.000; stesso dicasi per il famoso museo internazionale delle marionette "Antonio Pasqualino", la cui fondazione aspettava 185mila euro e ne ha ricevuti 129.500; deluso anche il Centro studi "Pio La Torre", al quale vanno 92.500 euro anziché 154mila; "sconto" quasi del 50% anche per l'Istituto Gramsci e per la fondazione "Ignazio Buttitta"; ma lo spread massimo fra finanziamento stimato e finanziamento ottenuto lo registra la Facoltà teologica di Sicilia: da 200mila a 60mila.
«L'esiguità del fondo assegnato alle attività culturali - ammette l'assessore Sgarlata - ha suggerito di applicare interventi correttivi che evitassero di concentrare le risorse su pochi, garantendo comunque un sostegno che, pur non rispondente alle aspettative, non penalizza nessuno di quelli che hanno ottenuto punteggi alti. Al tempo stesso, mi è sembrato opportuno non limitare il contributo solo ai soggetti aventi priorità, come le scarse risorse avrebbero consigliato, ma estenderle ai primi otto della graduatoria dei soggetti non protetti da una legge regionale e comunque promotori di attività culturali di alto livello».
In pratica ci sono stati alcuni sbarramenti: un tetto massimo di 200mila euro per ogni soggetto richiedente e poi una "griglia" di percentuali di fondi da assegnare in base al punteggio (il 60% per punteggi tra 100 e 95; il 50% per punteggi di 90; il 30% per punteggi tra 85 e 75; il 28% per punteggi di 70, rispetto all'importo massimo stimato ammissibile). Ma c'è stata anche una premialità del 10% per gli enti titolari di un museo fruibile. Questo meccanismo, secondo l'assessore Sgarlata, ha permesso di ottenere tre obiettivi. Primo: «Evitare l'individuazione di poche o pochissime istituzioni beneficiarie, a fronte dell'oggettiva limitatezza del fondo finanziario, con la conseguenza di scongiurare la fine di molte attività culturali nonché l'aggravamento di meccanismi di crisi i cui sviluppi avrebbero potuto incidere negativamente sia sull'offerta culturale in Sicilia sia sulla stessa esposizione della Regione». Secondo: «Interpretare con incisività la ratio dell'avviso, ampliando i beneficiari, da 40 a 48 (40 già destinatari, più 8 "senza priorità", ndr) con altri soggetti che non hanno una legge regionale di riferimento ma hanno ottenuto punteggi di rilievo». Terzo: «Sostenere in modo più consistente chi possiede spazi espositivi aperti al pubblico con il riconoscimento di parte delle spese di gestione».

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