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04/07/2014 21:01:00

I registi "double face" di sinistra

  In un'intervista al Corriere della sera Gerard Depardieu ha asfaltato i nostri registi. Non é che ha detto quel che non si sapeva, ma noi italiani siamo restii a criticare l'establishment di sinistra, in parte perché non abbiamo la loro cultura, e in parte, quelli che ce l'hanno, perché temono di essere esclusi dal cerchio magico dell'intellighenzia di sinistra, con danno per la loro posizione sociale.
Cos'ha detto l'attore e regista francese? Null'altro che la verità: é comoda la scelta dei registi di sinistra in Italia: hanno idee popolari, ma anche magnifiche ville dappertutto. Predicano bene e razzolano male.
Fin dai tempi della neonata Repubblica, quelli che sono saliti sul carro del vincitore sono anche diventati virtuosi della doppia morale. Riguardo alle sofferenze del popolo sono stati partecipi, ma riguardo a loro stessi hanno utilizzato tutti gli accorgimenti che tradizionalmente hanno allietato le vite dei pescecani dell'industria, del commercio e dei servizi. Anche certi politici di sinistra hanno percosso felicemente le vie della borghesia. Dei primi comunisti non si può dire male. "Il Migliore" era davvero un uomo serio e coerente. Ha combattuto la classe dei ricchi, amministrando i suoi legittimi proventi senza sfarzo e ostentazione. Ma i suoi seguaci hanno cambiato itinerario. Alle "Botteghe Oscure" lavoravano alacremente per la conquista democratica del potere, ma a casa volevano il meglio alla faccia dei lavoratori in difficoltà. Max, Massimo D'Alema, tendeva alla realizzazione del sogno di Togliatti - alla fine ci é riuscito con Tangentopoli - ma la sua vita privata era talmente lontana dagli standard del popolo rosso, che generava il legittimo sospetto di essere un uomo double face. Andava, se vi ricordate, a farsi fare le scarpe da un famoso artigiano, forse lo stesso di cui é cliente Berlusconi, e le pagava qualcosa come due milioni di lire al paio. Amante del mare, non se ne stava sulla sabbia sotto l'ombrellone come i comuni mortali, ma pilotava un'imbarcazione d'alto bordo, con vele, fiocchi e pennacchi, e potenti motori per l'occorrenza. Forse é eccitante, non so, predicare il livellamento sociale e vivere intanto da nababbi.
Depardieu é del livello di Orson Welles. Le sue osservazioni hanno fatto colpo. Le avessi dette io, che le penso, non mi avrebbe ascoltato nessuno, e comunque non avrei inciso sul mondo dorato dei vip di sinistra, quelli che Montanelli chiamava "radical chic". Eppure questi registi di sinistra sono tuttora sulla cresta dell'onda, e portano in alto la bandiera del comunismo che non esiste più nemmeno dove é nato. Gli ultimi epigoni dell'ideologia rossa probabilmente ignoreranno le dichiarazioni dell'attore e regista francese, non avendo argomenti validi per la risposta. E penseranno che anche questa ventata di critica lascerà il tempo che trova. Può essere che vada così, ma ancora per poco. Finita questa generazione di impegnati all'acqua di colonia, i giovani artisti non avranno più la capacità di imitarli, perché non hanno vissuto le ragioni della speranza, e hanno solo visto il crollo del regime sovietico e della sua illusione mondiale.
Un'ultima osservazione: mica, quei registi, si sono trasferiti nella Russia di Stalin, o di Breznev , o di Crusciov, o di Andropov. No, che sono matti? Hanno preferito la dolce vita romana alla neve di Mosca.