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17/10/2014 06:30:00

Trapani, bimbi maltrattati: suore a giudizio. Voto di scambio, via al processo a Papania

 Chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Trapani per suor Teresa Mandira', ex direttrice della comunita' 'Casa del Fanciullo San Pio X' di Valderice ed altre cinque persone interessate a vario titolo nella gestione della struttura. L'accusa per tutti e' di maltrattamenti su minori e lesioni personali. Il procedimento scaturisce da un'operazione della Squadra mobile che nel 2013 scatto' dopo le denunce di due coniugi. Le altre cinque persone per le quali e' stato chiesto il rinvio a giudizio sono suor Yvonne Jacqueline Noah, la cuoca Giuseppa Ruggeri e gli educatori Maria Mazzara, Carlo Cammarata e Maria Milana. Secondo la Procura sono gravi e numerosi i soprusi e le vessazioni che sarebbero stati subiti dai bambini dell'istituto Pio X di Valderice. Frasi come "Sei drogato e ladro come i tuoi parenti".  A un bambino sarebbe stato detto che «neanche i genitori lo volevano più a casa».E poi, ancora, bambini umiliati e picchiati per futili motivi. L'inchiesta era stata avviata a seguito della denuncia presentata da una coppia di coniugi, genitori di un bambino di otto anni affidato, su provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Palermo, all'istituto Pio X di Valderice. Marito e moglie riferirono di avere saputo dal figlio che era stato oggetto di ripetute percosse da parte di alcuni degli istruttori della comunità e in particolare da parte di suor Teresa e di due educatori. Nel corso dell'inchiesta è emerso che anche altri minori sarebbero stati sottoposti a maltrattamenti da parte degli operatori della struttura. Gli inquirenti contestano a suor Teresa e agli altri indagati di avere "maltrattato, con continue percosse, sia tramite oggetti che a mani nudi, i minori ospiti della comunit"».  L'udienza preliminare è prevista per le prossime settimane. La data non è ancora stata fissata. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Marco Siragusa, Franco Campo, Andrea Miceli, Pietro Riggi e Vito Galluffo. Le parti offese individuate dalla Procura della Repubblica sono sei.

PAPANIA.  Fissata per oggi a Trapani la prima udienza davanti al giudice monocratico per otto gli imputati che dovranno rispondere di voto di scambio   commesso durante la campagna elettorale per le amministrative del 2012 ad Alcamo.Davanti al giudice Franco Messina, dovranno presentarsi l'ex sen. Antonino Papania del Pd, due suoi collaboratori Filippo Di Gaetano e Massimiliano Ciccia, Davide Piccichè e quattro alcamesi: Leonardo De Blasi, il figlio Giuseppe, Giovanni Renda e Leonardo Vicari. In questa nuova indagine fondamentali soono state le intercettazioni telefoniche: ai due De Blasi, Vicari e Renda, conosciuti negli ambienti calcistici locali perché ultras dell'Alcamo, sarebbe stato promesso denaro: ovvero cinquanta euro per ogni voto ad elettore, attraverso Davide Piccichè. Elettori che non sono stati identificati. Oltre alle promesse di posti all'Aimeri Ambiente. Nell'indagine figura anche una presunta distribuzione di generi alimentari, che sarebbe avvenuta nei tre mesi antecedenti le elezioni comunali del 2012. Tutto ciò avrebbe favorito il successo del centrosinistra e quello dell'elezione del nuovo sindaco. Ma per Papania i guai non finiscono qui. Una richiesta autorizzazione a procedere è stata inviata nei suoi confronti nell'ambito di un'indagine per corruzione della Procura di Palermo. Il giudice per le indagini preliminari del capoluogo siciliano Fernando Sentito ha inoltrato al Senato una domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni ambientali e telefoniche riguardanti l'ex parlamentare alcamese. Le indagini riguardano una serie di assunzioni presso l'Ato 1 "Terra dei Fenici" e la Aimeri Ambiente, società incaricata della raccolta e smaltimento dei rifiuti in buona parte dei comuni trapanesi.
Per il giudice per le indagini preliminari, le intercettazioni, oggetto della richiesta, sono determinati per il giudizio. «Paiono disegnare plasticamente - scrive - la progressione dell'intervento del parlamentare sino allo sconfinamento nella fattispecie corruttiva, costituendo di per sé stesse importante fonte di prova a carico del senatore Papania".