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12/11/2014 06:25:00

Trapani, diminuiscono le nascite, aumentano gli abitanti. Ci salvano gli immigrati

 Aumenta il numero degli abitanti in Sicilia. Alla fine del 2013, gli abitanti erano infatti 5.094.937: rispetto al 2012, si tratta di un incremento sul totale pari a 95.000 unità, cioè l’1,9% della popolazione attuale.


Il risultato è dato dalla somma da due fattori: il saldo naturale (tra nascite e decessi), che nella regione ha visto una differenza negativa di 5.147 unità e il saldo del movimento migratorio interno, estero e per altri motivi, uguale a 100.152 unità.
Sono numeri che emergono dal rapporto stilato dal “Servizio statistica ed analisi economica della regione siciliana” in collaborazione con l’ISTAT, l’istituto nazionale di statistica.
Seguendo i loro dati, emerge che nell’ultimo anno sull’isola sono nati 44.494 bambini, mentre il numero dei decessi ha raggiunto la cifra di 49.641 unità. Ciò comporta, come già visto in precedenza, un saldo naturale negativo di 5.147 individui.


Contestualmente tuttavia, il saldo del movimento migratorio interno ed estero è stato in positivo di 100.152 unità. Andando oltre la logica dei numeri, è evidente che ciò presupponga che l’aumento della popolazione siciliana sia da ricercarsi in fattori diversi dall’incremento del numero di nascite.
Le 95.000 unità in più rispetto al 2012 sono, infatti, persone provenienti da altre città o ancora da altri paesi. E’ al loro movimento migratorio che è dovuto l’incremento di popolazione.
In particolare, la presenza di stranieri all’interno del territorio siciliano è aumentata del 16,5% rispetto all’anno precedente, portando il numero totale a 162.408 unità, pari al 3,2% dei residenti dell’isola.

Inoltre, c’è un altro dato interessante che emerge dal rapporto: se il saldo naturale dei residenti siciliani è negativo, il saldo della popolazione straniera residente, d’altra parte, mostra un valore positivo pari 1.903.


Per quanto riguarda la provincia di Trapani, anche qui i dati vedono un aumento di 5.672 unità rispetto all’anno precedente. Ciò si traduce in un incremento dell’1,32% della popolazione complessiva che alla fine del 2013 era pari 436.150 abitanti.
Tuttavia, in termini di nascite quella di Trapani risulta essere una delle province meno “fertili” della regione.
In generale rispetto al 2012, in Sicilia sono nati 1.820 bambini in meno e la provincia di Trapani si classifica al penultimo posto per quanto riguarda il tasso di natalità (con un 7,9%) ed al secondo per quello di mortalità (10,7%). Entrambe le posizioni in classifica confermano il perché del valore negativo del saldo naturale.
Infatti, durante il corso del 2013 le nascite sono state 3.444, a fronte di un numero di morti pari a 4.633: ciò significa una variazione negativa pari a 1.189 unità. Più defunti che neonati, insomma.


Se confrontati con i numeri del 2012, il numero delle nascite è diminuito del 3,7% (-131 unità), mentre il totale dei decessi si è mantenuto piuttosto stabile, facendo registrare un’impercettibile diminuzione dello 0,2% (-13 unità).
Anche nel trapanese, così come nel resto della regione, il saldo migratorio è stato in ogni caso positivo (+6.861 unità). Ed anche in questo caso i motivi sono gli stessi.
Nel resto della Sicilia, la crescita demografica risulta particolarmente concentrata nelle zone di Palermo e di Catania, che si confermano veri poli attrattivi.
Proprio Catania è al primo posto della classifica delle natalità con una percentuale del 9,7%, seguita dal capoluogo regionale che fa registrare una percentuale del 9,4%.
La somma dei tassi migratori interno ed estero, invece, indica Ragusa come l’area più attrattiva, con un tasso pari al 2,2‰, ed Enna come la provincia oggetto di minore interesse (-3,3‰).
“ E’, nel complesso, da sottolineare il ruolo del movimento migratorio in riferimento alle variabili che lo condizionano: la Sicilia risulta poco attrattiva e registra un saldo con l’estero positivo (1,6%) fra i più bassi del Paese, presumibilmente per la scarsa dinamica economica che la contraddistingue. Tale dinamica è peraltro esplicativa del saldo migratorio interno negativo (-2,2‰), che la regione condivide con la circoscrizione Mezzogiorno”, è questo il paragrafo che chiude il rapporto.