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24/07/2015 06:05:00

Crocetta va al contrattacco: "Non mi dimetto". Se ne va anche Vancheri

 “Chiunque può sognare persino di condizionare le mie scelte, ma rimangono sogni, castelli in aria. Rosario Crocetta  e ribadisce con forza che nessun elemento ha influenzato le scelte nella Sanità siciliana.  “Nessuno ha condizionato le mie scelte”, ha ribadito Crocetta.“La commissione di valutazione dei manager – ha detto il presidente - era composta da tre personalità indiscutibili, un magistrato, un professore della Normale di Pisa, un rappresentante dell'Agenas. La legge ci consentiva, ed era persino opinione diffusa in Parlamento, di scegliere al di là della valutazione della commissione, all'interno della lista di diverse centinaia di ammessi dove qualche amico escluso, onestamente c'era”. “Non ho commesso reati - ha rivendicato Crocetta anche ieri - non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione “.  “Il Crocetta presidente nel gioco surreale degli inganni, - ha protestato infine il governatore, parlando in terza persona - dopo essere stato accusato di agire per due anni e mezzo in totale autonomia, diventa prigioniero del cerchio magico di potere del suo medico. Nessuno può pensare che io abbia tradito Lucia Borsellino, per non avere riferito i desiderata di tanti”.

"Un modo per suicidarmi".  "Non mi sono suicidato perché è intervenuto un procuratore perbene, Lo Voi, uno che si batte per la verità, uno apolitico. Lo ringrazio". Lo dice Crocetta  a La Zanzara su Radio 24, parlando delle ore seguenti alla pubblicazione della presunta intercettazione nella quale il primario Matteo Tutino chiede a Crocetta di "far fuori" l'assessore Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso, "così come è stato fatto fuori il padre".

"Oggi - aggiunge il Governatore - sarei un uomo morto, infangato e forse tra qualche anno si sarebbe scoperto che avevano assassinato un uomo innocente". "Ho pensato davvero di ammazzarmi - racconta Crocetta a La Zanzara - e lo avrei fatto subito dopo l'uscita della notizia. Ma è arrivato il mio avvocato che mi ha preso in albergo, mi ha portato nel suo studio e mi ha detto che il procuratore stava verificando la notizia. Altrimenti sarei già un uomo morto. Piangevo, non mangiavo, non dormivo, non mi affacciavo alla finestra perché pensavo che qualcuno mi potesse guardare e mi insultasse, ho avuto paura di uscire di casa. Qualcosa di ignobile. Senza quel giudice sarei una larva umana, è moralmente possibile tutto questo? Possiamo vivere in un paese così?". "Avevo trovato su internet - dice Crocetta a Radio 24 - un modo veloce, sicuro, in modo che nessuno mi potesse salvare. Visto che non possiedo armi, mi sono chiesto: come mi ammazzo in modo che nessuno mi salvi? Pensavo alle tecniche che dovevo adottare per evitare l'arrivo di qualcuno, ho anche i militari sotto casa e un collaboratore vicino a me. Ma ho trovato un metodo facile, semplice. Lo avevo trovato ma non lo dico per paura delle emulazioni".

Relazione. Il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo ha chiesto una relazione al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sulla vicenda della presunta intercettazione che riguarderebbe il presidente della Regione Sicilia. Lo scopo è verificare se ci siano «profili di competenza» dello stesso Ciccolo. Nella telefonata, smentita dalla procura di Palermo e da quella di Caltanissetta, il medico del governatore Matteo Tutino, avrebbe attaccato così l’ex assessore Lucia Borsellino: «Va fatta fuori come suo padre» ( il giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992, ndr) nel silenzio di Crocetta dall’altro capo del telefono.

Caso all’esame del Csm . Dell'intercettazione Crocetta-Tutino, si occuperà oggi anche il Comitato di presidenza del Csm: sul tavolo, infatti, la richiesta di apertura una pratica in Prima Commissione avanzata nei giorni scorsi dal laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin. La riunione del comitato di presidenza di palazzo dei Marescialli è prevista per questo pomeriggio: in essa si deciderà se aprire o meno una pratica.  

 

Giunta Crocetta perde pezzi, via altro assessore . Il governo Crocetta intanto ha perso un altro pezzo. Dopo l’addio di Lucia Borsellino a inizio luglio, questa volta a lasciare è l'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, che ha parlato di una scelta personale dettata da ragioni professionali, in quanto assumerà a breve un incarico fuori dall'amministrazione. Un «passaggio annunciato», ha minimizzato il governatore Rosario Crocetta, un addio già previsto e rimandato solo allo scopo di completare alcuni atti legati a Expo.

Raciti (Pd): giunta Crocetta è ormai appassita . Ma le dimissioni appaiono emblematiche del crescente isolamento del presidente della Regione. Nei giorni scorsi il presidente Pd Matteo Orfini non ha escluso una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il segretario del Pd Sicilia Fausto Raciti, intervistato da Repubblica, ha definito la giunta Crocetta una «esperienza di governo appassita» perché «è arrivata troppo tardi la politica e si è lasciato spazio a un cerchio magico che ha scorrazzato in Sicilia».

 

Procuratore Lo Voi: intercettazione non esiste. Il  procuratore di Palermo Francesco Lo Voi in un' intervista al Corriere della Sera, ha ribadito ancora una volta che l’intercettazione citata dall’Espresso non risulta agli atti. E non risulta neppure alle procure di Caltanissetta e Catania. «Certamente le registrazioni che abbiamo a disposizione dipingono un clima di ostilità nei confronti di Lucia Borsellino - ha detto Lo Voi - ma proprio il fatto che abbiamo dovuto ricostruire quel contesto attraverso una faticosa opera di connessione e incastro fra tanti discorsi spezzettati nel tempo è un’ulteriore conferma che l' intercettazione di cui tanto di discute non esiste. Se fosse esistita l' avremmo certamente utilizzata nel procedimento, perché nei termini in cui è stata diffusa sarebbe stata la dimostrazione plastica dei rapporti difficili all' interno del sistema sanitario regionale. Avrebbe fatto comodo alla tesi dell' accusa, ma non c’è».

Tutino resta ai domiciliari, respinta istanza legali. Intanto resta ai domiciliari Matteo Tutino, il medico personale di Crocetta accusato di truffa. Il tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del medico, fedelissimo del presidente della Regione e, come si evince dall'inchiesta, in grado di condizionare le scelte politiche nel settore della sanità siciliana. Tutino, secondo gli inquirenti, avrebbe eseguito nell'ospedale di Villa Sofia, in cui dirigeva il reparto di Chirurgia maxillofacciale, interventi estetici spacciandoli per funzionali.

Di Crocetta scrive Giampaolo Pansa su Libero:

In Sicilia il governo regionale guidato da Rosario Crocetta era già in crisi da tempo. Quel personaggio singolare per il suo aspetto da vecchio ganimede di provincia, con i capelli tinti per sembrare più giovane, aveva già perso per strada la bellezza di trentasei assessori. E adesso è alle prese con l’enigma della telefonata ricevuta dal suo medico personale che si augurava di eliminare la figlia di Paolo Borsellino, una signora per bene, l’ultimo assessore dimissionario. Oggi si discute se questo desiderio folle ci sia stato oppure no. Ma un fatto è certo: il governo Crocetta è morto e sepolto. Prima o poi, i siciliani dovranno eleggerne un altro. E non sarà il sinistro Rosario a entrare una seconda volta nella reggia del Palazzo dei Normanni.



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