Sabato di eventi a Marsala e in provincia di Trapani.
La compagnia teatrale D'Altra Parte porta in scena “Questa parola in fondo al mare – special edition”, a Marsala. Spettacolo di cronache, incontri e racconti da una Marsala che scotta, è un collage satirico e grottesco che fa il punto sull’attuale situazione politica, sociale e culturale marsalese. Ad affiancare Luisa Caldarella, Gianfranco Manzo e Andrea Scaturro, ci saranno personaggi ormai familiari, come i dipendenti pubblici Nino e Lina e la dott.ssa Maria Susy Stallatico, e figure che sono appena uscite allo scoperto nel brulicante ‘teatrino lilybetano’: scopriremo meglio cos’è il counseling motivazionale con Gianfranco di Marsala, ci tufferemo nelle confessioni cecoviane di Lucia Canazza, e capiremo come spesso non sia possibile scampare a una morte insulsa con il dott. Girolamo Dal Berti, esperto in patologie accidentali. Lo spettacolo, inoltre, si avvale della partecipazione straordinaria di Giovanna La Parrucchiera che ritorna ad esibirsi nuovamente dopo i trascorsi nuziali di Organza e pregiudizio.
Questa parola in fondo al mare – special edition, autoprodotto dalla compagnia D’altra P’arte, andrà in scena nel chiostro del Convento del Carmine, grazie alla cortese ospitalità dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea,questa sera alle ore 22:00 e domenica 23 agosto alle ore 21:30. Il botteghino aprirà un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
L’ingresso è di € 10,00. È vivamente consigliata la prenotazione chiamando ai numeri: 333-8942773, 349-5457448, 328-2087942.
Sempre questa sera a Marsala, con inizio alle 21.15, la compagnia Sipario porta in scena Gli Aristogatti, al Complesso monumentale San Pietro. Una favola musicale dedicata ai più piccoli, biglietto d'ingresso 5 euro.
A Castelvetrano, l’ormai collaudata coppia artistica Moni Ovadia- Mario Incudine torna a teatro con “Anime Migranti” operina per voci recitanti e orchestra popolare che sarà messa in scena, per il circuito Teatri di Pietra Sicilia, stasera alle ore 21.15 al Tempio di Hera di Selinunte, ultimo spettacolo in questa location per la rete che promuovere la conoscenza del patrimonio storico e paesaggistico attraverso lo spettacolo dal vivo.
Lo spettacolo (che sostituisce l’annunciata “Medea” con Barbara De Rossi, annullato dalla produzione), è un progetto corale sulla fratellanza tra i popoli scritto e musicato da Mario Incudine su testi di Mariangela Vacanti abbracciato dalla voce di Moni Ovadia e dall’attrice Annalisa Canfora.
Lo spettacolo che ne è venuto fuori è impregnato di racconti di migranti siciliani, incredibilmente simili, secondo Incudine e Ovadia che ne firmano la regia, alle storie di vita degli immigrati di pelle nera che oggi arrivano a frotte sulle coste siciliane. La migrazione in questa prospettiva è uno specchio nel quale si riflette la Storia, una tela di occhi che si scambiano sguardi disperati da Palermo a Tunisi, da New York a Baghdad. L’unica strada percorribile per le “anime migranti” di ogni tempo è la fratellanza, tracciata da chi ci ha preceduto. Le facce dei siciliani sui bastimenti per l’America, le braccia laboriose nelle miniere belga che hanno fatto più grande l’Europa somigliano come una goccia d’acqua alle mani degli africani approdati sulle coste dello Stivale.
L’operina alterna musica e recitazione, canti e cunti, drammi e sorrisi, i risvolti seri e umoristici della migrazione. Si parte dal grido di un naufrago africano disperato che invoca la morte in mare piuttosto che il rimpatrio in Salina (brano con cui Incudine ha vinto il Festival della nuova canzone siciliana), per approdare a Speranza disperata, riflessione sui siciliani in viaggio per le Americhe, e a Sottomare, strumentale dedicato alle anime in viaggio verso destinazioni lontane. C’è poi la nostalgica Novumunnu, canto d’addio di un migrante alla propria terra madre, lo struggente Lu trenu di lu suli, cunto sulla tragedia di Marcinelle vista dagli occhi della moglie di un minatore siciliano, Namename, preghiera di chi vuol trovare il coraggio di lasciare la propria terra avara di piogge, e i canti che raccontano invece il profondo attaccamento al proprio paese, come Sempri ccà, voce di chi sa che non riuscirà mai a staccarsi dalle proprie radici, Terra, che esprime la carnalità del Mediterraneo che scorre come sangue nelle vene di chi lo abita, e così come Sotto un velo di sabbia che descrive il dramma degli uomini abbandonati alla morte in un Sud che soffoca i sogni come sabbia nella gola. Note di speranza arrivano da Strati di paci, inno alla fratellanza dei popoli, Tenimi l’occhi aperti, in cui un padre consegna ai figli il futuro dei propri sogni, e Lu tempu è ventu, romanza sussurrata di un’umanità che scuote la polvere e trova la forza per dire a se stessa: cammina senza voltarti indientro. Moni Ovadia interviene con letture, storie e poesie di Erri de Luca ed Ignazio Buttitta e con canti della tradizione sefardita, all’attrice Annalisa Canfora il compito di dare voce alle donne, madri e mogli dei tanti migranti che hanno lasciato la propria terra ripercorrendo la loro storia attraverso la lettura di lettere inedite.
Al Bosco d'Alcamo, questa sera, alle 19.30 (ingresso con aperitivo 7 euro) incontro tra la scrittrice Michela Murgia e il tenore e pianista Marcello Nardis. Michela Murgia ha esordito con Il mondo deve sapere, da cui è stato tratto il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti; dopo Viaggio in Sardegna, ha pubblicato Accabadora, romanzo premiato con diversi riconoscimenti tra cui il Super Mondello e il Super Campiello. Collabora con molti periodici e quotidiani e i suoi libri vengono tradotti in più di venti lingue .
Marcello Nardis, diplomato in pianoforte, canto, musica vocale da camera, e laureato in Lettere classiche, Archeologia cristiana e Pedagogia, ha debuttato come tenore cantando davanti a Papa Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale della Gioventù. È riconosciuto a livello internazionale come uno tra i più interessanti liederisti della nuova generazione, gli interpreti delle romanze composte tipicamente per voce solista e pianoforte.