Il giornalista e scrittore Giacomo Di Girolamo, redattore del nostro giornale, è finalista al Premio giornalistico letterario Piersanti Mattarella, con "Cosa Grigia", la sua inchiesta, pubblicata nel 2013 dalla casa editrice Il Saggiatore, che ha anticipato i temi di Mafia Capitale e della crisi dell'antimafia. "Cosa Grigia" è infatti un viaggio dentro la mafia che cambia. Il concorso si pone l’obiettivo di “commemorare, ricordare e conoscere al meglio e con testimonianze politiche di stretti collaboratori dell’ex presidente Piersanti Mattarella, particolari e senso del dovere nel suo integerrimo operato” così come specificato nel bando di concorso.
Tra i 267 autori che hanno partecipato al concorso, solo venti - tra i quali Di Girolamo - hanno potuto accedere alle finali del concorso, che vedrà incoronati i vincitori domenica 15 novembre, sempre presso il teatro Politeama.
Fil rouge dell’intera kermesse letteraria il motto – originariamente usato da Aldo Moro, ma adottato anche da Piersanti Mattarella – che promuove il “recupero del senso del dovere”. A giudicare gli elaborati, una commissione composta da elevate personalità della cultura, del mondo del giornalismo siciliano e nazionale.
Ecco la scheda di presentazione di Cosa Grigia, direttamente tratta dal sito del Saggiatore:
Non bisogna avere paura della mafia. La mafia non esiste. Non esiste più. L’antimafia ha vinto. O forse no: forse la mafia c’è ancora, solo che è diversa. È mutata come un virus. Cosa Nostra non esiste. Ora c’è un’altra Cosa. Più grande. Eterea. È Cosa Grigia. Si è insinuata in ogni angolo della società, e noi non ce ne siamo accorti. È nel bar in cui facciamo colazione la mattina. È nel Convegno sulla legalità in cui parlano le persone per bene. È nel Compro Oro in cui abbiamo venduto la nostra fede: l’amore finisce, mica come questa nuova Cosa, questa Cosa Grigia. Sembra incredibile, Cosa Grigia è anche dove nessuno se l’aspetterebbe: è nell’antimafia. È una Cosa che assomiglia alla mafia, certo: ma non ha padrini, non ha «famiglie», né mandamenti; si muove in uno spazio oscuro, crepuscolare, tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Fa della legalità flessibile il suo grimaldello. È una Cosa Grigia che, come un parassita, si è insinuata a fondo nella vita del paese, ne ha succhiato voracemente la linfa. È passata l’era dei Totò Riina, dei Bernardo Provenzano e dei Matteo Messina Denaro: ora si agisce alla luce del sole, in modo ordinato, composto. Nelle valigette eleganti, Cosa Grigia non ha pistole, ma tablet dell’ultima generazione: è grazie all’estesa rete di relazioni che questa Cosa prospera. Sa come arricchirsi: non ha bisogno di estorcere soldi, se li fa consegnare direttamente dallo Stato. Cosa Grigia è ambientalista, come noi. È stanca della vecchia politica, come noi. A Cosa Grigia la mafia fa schifo. Come a noi. Giacomo Di Girolamo annuncia la nascita di una Cosa nuova, una Cosa che è Grigia e che ci seppellirà tutti. Tra inchiesta, reportage, romanzo e dramma tragicomico, Cosa Grigia ci farà arrabbiare, indignare. Ci inchioderà sul divano, sul tram. Ci terrà svegli tutta la notte: lì, sospesi, senza respiro, o col batticuore, in attesa di scegliere se ridere o piangere.