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08/11/2015 09:00:00

A cosa serve scrivere libri?

 Basta leggere! (tono imperativo). Bisogna legalizzare la marjuana e proibire la lettura. Potrebbe funzionare. Tutti i divieti generano interesse, curiosità, desiderio di trasgredire. Che ne dite? Tranquillo maresciallo, è un’iperbole (inutile cercare nei codici, non è un reato). Oppure raccontare ai ragazzi, quelli disinteressati alla lettura, la storia del libro e delle censure che ha subito, dimostrare quanto sia stato temuto dai potenti di ogni regime. In un mondo che ci vuole tutti omologati alla mediocrità, essere trasgressivi significa affrancarsi dall’ignoranza, dotarsi di capacità critica rispetto agli eventi. Basta leggere (tono esortativo). Il più grande rivoluzionario di tutti i tempi, a parer mio, è stato Cartesio. Siamo nel secolo della condanna a Galileo ed ecco come l’autore introduce il suo Discorso sul metodo:


Fin dalla mia fanciullezza sono stato educato allo studio delle lettere, che d'altronde desideravo moltissimo apprendere poiché mi avevano persuaso che per loro mezzo si poteva acquistare una chiara e sicura conoscenza di tutto quello che serve alla vita. Appena compiuto tutto questo corso di studi, alla fine del quale si è di solito annoverati nel numero dei dotti, mutai però interamente parere: mi trovai infatti imbarazzato da tanti dubbi e da tanti errori che dai miei studi mi sembrava aver tratto un solo profitto, quello di aver scoperto sempre di più la mia ignoranza.


Ecco a cosa servono i libri, lo studio. Non già a trovare soluzioni precotte, ma ad attivare le personali risorse per comprendere e discernere. Dopo tanto studiare Cartesio chiude i libri e si mette in viaggio. Come dire: ora basta con la teoria, ora voglio vedere come stanno realmente le cose. Nel suo personale Gran Tour europeo va a fare shopping di idee, esperienze, verifiche. Non finirò mai d'essere grata a quest'uomo. Il suo Discorso sul metodo mi ha insegnato a vivere. Dubita di tutto e conta fino a dieci prima di esprimere un'opinione, vabbè non ha proprio detto conta fino a dieci, ma il concetto è quello. Fu capace, in quegli anni, di dare una leggera sgomitata a Dio e alla Fede, ricavando un po’ più di spazio all’Uomo. Cartesio è il miglior amico che ti possa capitare nella vita. Era talmente dotato che gli bastava sfogliare un libro e guardare le figure per capire ogni cosa. in altre parole non era un grande lettore. Questo dimostra che non è necessario leggere… se ti chiami Renè Descartes. Attenzione però, leggere troppo può essere pericoloso. Si chiama bovarismo, dal celebre romanzo di Flaubert Madame Bovary, e consiste in una forma di alienazione dalla vita reale, in questo caso la lettura diventa un pericoloso rifugio. E invece no, leggere significa allenarsi alla vita, quella che ci aspetta fuori dalle pagine. Riconoscersi nei personaggi o nelle vicende per comprendere meglio chi siamo. Diventare partigiani, prendere posizioni e non lasciarsi trasportare dalla corrente, perché, come dice Mark Mobius: Soltanto i pesci morti seguono la corrente, anche se lui s'occupava d'altro. Un ultimo consiglio ai ragazzi, mi raccomando non fate come Cartesio che è morto di polmonite, mettetevi la maglia di lana.

Katia Regina

 

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