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31/12/2015 00:00:00

Scrive Diego Vitali sullo scandalo olio inquinato in Sicilia. “No petrolio no party"

Al netto del Natale, l’inverno è una stagione triste per molti versi. Le temperature si abbassano, le giornate si accorciano ulteriormente, fa buio prima, ma presenta anche molte ricorrenze da non perdere. Questo è infatti il periodo delle castagne, del vino novello ma soprattutto dell’olio nuovo, appena spremuto, che di sicuro non manca in nessuna casa italiana. Cosa c’è di più buono, sano e naturale del nostro amato olio extra­vergine d’oliva, il pilastro della dieta mediterranea e della cucina italiana? L’olio d’oliva per il nostro organismo è un toccasana, lo dicono tutti gli studi e le ricerche, addirittura sarebbe un potente anticancro. Eppure, per quanto sia benefico e salutare per noi, potrebbe non essere altrettanto salubre per l’ambiente. L’avreste mai detto? Preparatevi a rabbrividire. Qualche mese fa da un video girato da un drone,  ha mostrato la foce del fiume Magazzolo, provincia di Agrigento, nera come il petrolio (che però questa volta non c’entra niente).

L’orribile marea di liquido nero è stata prodotta dalle acque di vegetazione, ovvero le acque reflue della produzione dell’olio d’oliva, che in Sicilia è un’attività estremamente diffusa. Purtroppo molti produttori locali sversano questi scarti direttamente nel fiume, invece di ricorrere alle adeguate procedure di smaltimento, poi questi olii si addensano e finiscono in mare. “E beh, che sarà mai, l’olio è naturale, mica è come il petrolio”, ha già detto qualcuno. E invece non è così, perché l’olio d’oliva non è biodegradabile e sversato nelle acque del mare provoca una riduzione di ossigeno, che ovviamente provoca la morte della flora e della fauna.

Secondo Vice News, sono già stati denunciati diversi agricoltori, che avevano costruito sistemi di scarico degli scarti, completamente abusivi o addirittura colti sull’atto di svuotare nel fiume migliaia di litri di oli vegetali da un autocisterna. Questo tipo di comportamenti criminali, non c’è altro modo per definirli, sono purtroppo molto diffusi in regioni a forte vocazione agricola come la Sicilia, dove la scarsità di controlli e la totale mancanza di sensibilità ambientale permettono che avvengano questi incidenti gravissimi. Eppure non mi sembra di aver sentito proteste e post infuocati su Facebook dai (quasi)sempreverdi movimenti ambientalisti. Forse perché l’olio fa bene ed è naturale e quindi non vale la pena prendersela tanto? Oppure perché è più facile attaccare il petrolio, che ha quattro lettere in più e lo fanno le multinazionali cattive?

È sempre più facile verificare che, se non si hanno paraocchi ideologici, l’industria energetica (portata avanti in modo serio) ha un impatto molto minore sull’ambiente rispetto all’agricoltura, troppo spesso condotta in totale sprezzo delle leggi. Rifletteteci, la prossima volta che mangerete un’ottima bruschetta. 

 

Diego Vitali