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20/02/2016 06:35:00

Condannato per truffa all'Asp, ma rimane primario all'Ospedale di Marsala

 Misteri della sanità pubblica locale. Non bastano le 10 ore di attesa al pronto soccorso di Marsala, non basta il reparto di Oculistica depotenziato. Ora c'è un medico (il 61enne Giuseppe Ribaudo) che continua a mantenere il suo ruolo di primario, a “Chirurgia generale” dell’ospedale “Borsellino”, nonostante il 2 luglio 2014 abbia patteggiato una condanna a sette mesi di reclusione, nonché al pagamento di una multa di 290 euro, per truffa aggravata in danno dell’Asp, e un altro primario, quello di “Chirurgia 2” dello stesso nosocomio marsalese, che non può operare a causa di alcune “limitazioni fisiche”. In entrambi i casi, situazioni abbastanza paradossali. Ma soprattutto quella di Ribaudo, condannato (trattandosi di patteggiamento, con pena sospesa) dal gup Annalisa Amato per avere intascato le somme versate da diversi pazienti per visite mediche specialistiche intramoenia effettuate nel suo studio privato. Somme che, invece, dovevano essere versate all'Asp. Secondo l’accusa, inoltre, i pazienti non sarebbero stati avvertiti della possibilità di prenotare le visite al Cup dell’Azienda sanitaria provinciale, cui versare il denaro. L’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Anna Sessa, fu condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza presso la procura di Marsala. Nel corso dell’inchiesta, le Fiamme Gialle effettuarono diversi appostamenti nei pressi dello studio medico privato, individuando i pazienti che vi si recavano per farsi visitare. Ignari, per altro, degli obblighi dei medici ospedalieri, che hanno un rapporto di “esclusiva” con la struttura pubblica di cui sono dipendenti. Ascoltate dagli investigatori, le persone sottoposte a visita dichiaravano di avere versato il denaro al primario, che poi, pare, per limitare i danni in sede giudiziaria restituì le somme contestate all’Asp. Inizialmente, l’accusa mossa dalla Procura era stata quella di peculato. Una condanna con questa imputazione avrebbe avuto come quasi sicura conseguenza il licenziamento. La condanna per truffa, invece, rende discrezionale, da parte del direttore generale dell’Asp, il licenziamento del dipendente.