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02/03/2016 10:13:00

Operazioni in nero in una clinica di Palermo. Indagati anche due medici di Marsala

Ci sono anche due medici in servizio all'Ospedale Paolo Borsellino di Marsala nell'inchiesta sulle operazioni in nero che sarebbero state fatte alla clinica Macchiarella di Palermo.  Si tratta di Salvatore Pedone e Guglielmo Sirna Terranova, dipendenti dell'Asp di Trapani e in servizio all'Ospedale marsalese. 

L'inchiesta coinvolge una delle cliniche più rinomate di Palermo. A finire sotto indagine sono  Biagio Macchiarella, socio della clinica convenzionata e accreditata dal Sistema sanitario nazionale, Giovanni Barbaro, il direttore sanitario della struttura, i due medici di Marsala, e il chirurgo plastico Antonio Tateo, originario di Bari, residente a Pavia, associato a studi privati da Bergamo a Marsala. 

L'ipotesi di reato avanzata dalla Procura di Palero, dopo un blitz dei Nas durato 10 ore, è di false attestazioni in cartelle cliniche. 

Tutto nasce nel 2014, quando il chirurgo Tateo sottoscrive un contratto con la clinica Macchiarella per poter disporre della sala operatoria per interventi di chirurgia estetica in intramoenia. Tutto regolare, perchè la chinica è autorizzata dall'assessorato alla Sanità. In sala operatoria, però, secondo quanto scoperto dalla Procura, durante un intervento di ricostruzione del seno, c'erano anche i medici SIrna Terranova e Pedone, che però non avevano la liberatoria da parte dell'Asp di Trapani. I loro nomi infatti non risultano nella cartella clinica della pazienta. Interrogati dai Nas i due medici hanno risposto: "Eravamo liberi e siamo venuti a Palermo". 
I Nas hanno sequestrato documenti per cercare altri interventi irregolari. Il direttore sanitari della clinica, Giovanni Barbara ha dichiarato: ""Sia io sia la clinica non abbiamo ricevuto alcun avviso di garanzia. Noi abbiamo ceduto in affitto la sala operatoria e in questa storia non c'entriamo nulla".

Per gli inquirenti i responsabili della clinica palermitana dovevano sapere chi entrava nelle sale operatorie. "Sapevamo che Tateo permetteva l'ingresso a due suoi discepoli, ma per seguire gli interventi e aggiornarsi". Niente di più. Però secondo le indagini i due medici marsalesi avrebbero avuto ruoli attivi nelle operazioni.