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03/03/2016 06:05:00

Messina Denaro, la ricerca ora è anche su Facebook. "Aristocrazia di Cosa nostra"

 Anche Facebook diventa un campo di ricerca dove è possibile trovare Matteo Messina Denaro. Il più popolare tra i social network, infatti, aveva da sempre vietato l'accesso ai propri server per investigatori e magistrati alla ricerca di tracce lasciate dal super latitante, ma adesso c'è l'ok da parte dei vertici dell'azienda californiana, intenzionata a collaborare con l'autorità italiana, anzi, costretta a farlo, sulla scorta di un intervento della magistratura americana. I tecnici di Facebook hanno messo anche un server a disposizione degli inquirenti per avere tutte le informazioni richieste. 

Cosa cercano gli investigatori su Facebook? Tracce del boss. E come? E' probabile che Messina Denaro abbia utilizzato in passato qualche falsa identità su Facebook per mandare qualche messaggio, o  ad esempio per comunicare con qualche suo fedele luogotenente, a cominciare dalla sorella Anna Patrizia Messina Denaro. Quindi, si pensa di poter accedere ai server per avere, ad esempio, tutta l'attività degli ultimi anni della sorella del boss, prima del suo arresto nell'ambito dell'operazione Eden, e vedere, soprattutto, con chi conversava on line. Da lì si può risalire ad un profilo, magari poi cancellato, e leggere anche il contenuto dei messaggi. Insomma, dal pizzino reale a quello "virtuale".Ormai tutti lasciano tracce di sé on line,  e quindi da un messaggio si può risalire alla mail con la quale è stato attivato il profilo, se non addirittura alla collocazione fisica del server dal quale è partita la richiesta. Un indizio in più nella difficoltosa ricerca del  latitante, che prima si schermava dietro la sicurezza - in nome della privacy - di Facebook e Skype, e che ora invece vede compromessi anche questi strumenti. 

Dopo una rogatoria internazionale, tanti documenti e tantissime spiegazioni, alla fine un giudice americano ha permesso dunque  di entrare nei server di Facebook per controllare i profili di Anna Patrizia e in particolare le sue comunicazioni. Molte delle quali cancellate improvvisamente, nel dicembre 2013, poco prima che venisse arrestata. Ma non proprio tutto è stato cancellato e adesso, Facebook ha fornito una lunga lista di messaggi privati della Messina Denaro, oltre ad alcuni indirizzi Ip dei suoi corrispondenti. Possibile che dietro uno di questi si celi il boss di Castelvetrano?

Curiosità, Anna Patrizia non avrebbe comunicato con il fratello da un account "autentico", ma apriva e chiudeva account in continuazione. In uno, in particolare, si era data l'identità di "Lucilla". 

Chi cerca invece su Facebook fan e "fake" di Messina Denaro non ha che l'imbarazzo della scelta. Ogni giorno fioriscono finti "Matteo Messina Denaro" o si aprono pagine con scritte inneggianti al boss e alla  mafia. I profili Facebook sono tutti tarocchi, ma alcuni sono precisi nelle immagini (le pochissime conosciute del boss latitante dal 1993) ed anche nei dati. E nelle date: c'è chi mette anche il compleanno, il 26 Aprile. E riceve puntualmente gli auguri. C'è chi pubblica la foto di una pistola e scrive: "Prima spara e poi parla". Tantissimi poi gli ammiratori stranieri. Nelle pagine dei fan c'è chi lo ringrazio e chi si rivolge così: "Padrino siete un grande". 

E "grande" in effetti lo è, Matteo Messina Denaro, ma non nel senso positivo del termine. Grande è la sua storia criminale. Addirittura Matteo Messina Denaro rappresenta "l'aristocrazia mafiosa in Sicilia". Lo dice il Procuratore Roberto Scarpinato in un'intervista su Repubblica ad Attilio Bolzoni sulla mafia che cambia. Per Scarpinato rispetto alla nuova mafia, "le categorie penali del concorso esterno e dell'associazione mafiosa mostrano la corda". E c’è invece un’aristocrazia mafiosa come quella rappresentata da Matteo Messina Denaro, che siede al tavolo dei grandi affari e dell’alta finanza, è probabilmente già parte integrante dell’economia legale, partecipa al processo di concentrazione della ricchezza che sta cambiando le gerarchie sociali anche nel mondo della criminalità organizzata e opera in concorso con le nuove strutture criminali emerse dalle inchieste su P3 e P4.

"Messina Denaro si nasconde nel suo territorio, protetto da un sistema di potere" dice il Procuratore aggiunto Teresa Principato in un'intervista sempre su La Repubblica:

"Continua a godere di fortissime protezioni. Potrebbe essere chiunque l'ultimo anello della catena che porta al latitante. E poi, c'è un intero sistema che ruota attorno a Messina Denaro, un sistema che lui stesso alimenta. Le indagini ci dicono che persino alcuni imprenditori del Nord si sono rivolti ai suoi fedelissimi per fare buoni affari nel settore delle energie alternative. Mentre continuano ad esserci politici che cercano i voti dei mafiosi. E la massoneria sembra essere il legame di tutte queste relazioni".