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02/04/2016 09:00:00

Marsala. Incidente mortale durante la vendemmia. Al processo punto a favore della difesa

  Un colpo in favore della difesa si è registrato nel processo che si tiene a Marsala davanti il giudice monocratico Matteo Giacalone vede imputato, per omicidio colposo, il 44enne Vincenzo Patti. Quest’ultimo, il 20 agosto 2013, era alla guida della macchina vendemmiatrice che, secondo l’accusa, avrebbe travolto l’anziano agricoltore petrosileno Pietro Pipitone, padre di Salvatore Pipitone, ex assessore nella giunta del sindaco di Petrosino Biagio Valenti. Nell’ultima udienza, è stato ascoltato il medico legale Antonina Arco, consulente del pm, che ha detto di non aver rilevato “tracce di gomma sull’arto della vittima”. E l’assenza di tracce di gomma sulla gamba sinistra di Pietro Pipitone dimostra che i “ramponi” della macchina vendemmiatrice non gli sono passati addosso. Anche se ciò non esclude che possa essere stato investito da una parte metallica. Alla prossima udienza, il 27 maggio, sarà ascoltato il consulente della parte civile, rappresentata dall’avvocato Ignazio Bilardello. In precedenza, il consulente tecnico della Procura Luigi Simonetto aveva affermato che “il cadavere venne spostato dal punto in cui la vittima fu travolta”. Dopo il tragico incidente, era stato indagato Massimo Pipitone, figlio minore della vittima, che quel giorno guidava il camion utilizzato per il trasporto dell’uva. Poi, però, a seguito della perizia di Simonetto, la posizione del giovane, difeso dall’avvocato Bilardello, fu archiviata. E contestualmente avviato il procedimento a carico di Patti, difeso dall’avvocato Carlo Ferracane, per il quale però “non è possibile che sia stata la macchina vendemmiatrice a cagionare la morte, perché non può fare marcia indietro”. Per il difensore, inoltre, la vendemmiatrice non sarebbe stato l’ultimo mezzo a passare da lì. Nella precedente udienza del processo, però, Simonetto ha dichiarato: “Escludo che sia stato l’autocarro del figlio della vittima a schiacciare questa contro i pali e i fili di ferro del vigneto”. Lo scorso 6 novembre, infine, in aula, Massimo Pipitone disse: “Quando vidi il corpo di mio padre a terra, la strada in terra battuta accanto il vigneto era stata spazzata, con le mani o i piedi, come per eliminare le tracce del passaggi di mezzi, che prima invece c’erano”.



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