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08/07/2016 00:00:00

Trapani, le due posizioni contrapposte di D'Alì e Orrù sull'autorità portuale

Sull’autorità portuale di cui il porto di Trapani farà parte la pensano in maniera totalmente opposta i due senatori trapanesi Pamela Orrù e Antonio D’Ali. Per la Orrù è stato fatto un passo in avanti sullo schema di riordino delle Autorità portuali ed è stata accolta la sua proposta dalla ottava Commissione lavori pubblici del Senato. Secondo l’esponente del PD, Trapani, così come tutti gli altri comuni capoluogo di provincia i cui porti faranno parte delle nuove Autorità portuali di sistema, sarà rappresentata nella governance e potrà fare riferimento anche a propri uffici in città. Secondo quanto inserito nel testo approvato dall’ottava Commissione del Senato alla presenza del ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, alle sedute del Comitato di gestione parteciperanno i rappresentanti di porti che si trovano in comuni capoluogo di provincia: saranno designati dal sindaco ed avranno diritto di voto limitatamente alle materie di competenza del proprio porto.
Durante l’esame dello schema di decreto legislativo sulla riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali, sempre su proposta della senatrice Orrù, fatta propria dal Pd e dal relatore, senatore Marco Filippi, in sede di trattazione è stata inserita anche la possibilità di istituire un ufficio amministrativo decentrato delle Autorità portuali di sistema nei porti dei comuni capoluogo di provincia che svolgerà le funzioni stabilite dal Comitato di gestione.
“Ringrazio il relatore del testo, il senatore Marco Filippi, ed il ministro Graziano Delrio, che ha accolto le mie richieste comprendendo le esigenze del territorio”, ha dichiarato la senatrice Orrù che ha parlato di un “importante risultato ottenuto: in questo modo – ha rimarcato la parlamentare trapanese - sarà assicurata la rappresentanza delle realtà portuali nelle città capoluogo di provincia”.

Sul riordino dell'autorità portuale e l'approvazione del decreto da parte della commissione lavori pubblici il senatore Tonino D'Alì dimostra, invece, tutte le sue perplessità affermando che il porto di Trapani dopo 125 anni perderà la sua autonomia e invocando come ultima possibilità l’intervento della Regione Siciliana. D'Alì inoltre è del parere opposto sull’obbligatorietà dell'istituzione di un ufficio a Trapani, e ciò escluderà una rappresentanza. Di seguito la nota completa di D'Ali:
«La Commissione lavori pubblici del Senato ha varato il parere favorevole al decreto Delrio sulle nuove autorità portuali di sistema che prevede che il Porto di Trapani sia costretto ad essere accorpato all’Autorità portuale di Palermo di cui subirà inevitabilmente l’egemonia. Lo stesso parere che ha registrato il mio voto contrario contiene la condizione, comunque ottenuta, che il Governo sia obbligato a rispettare le prerogative delle Regioni a statuto speciale. E quindi la Regione Siciliana potrebbe chiedere di esprimere l’intesa prima che il Governo vari il decreto definitivo e che in quella sede “difenda” l’autonomia del Porto di Trapani e quella del Porto di Messina. Ciò naturalmente dipenderà dalla volontà del presidente della Regione e dalla capacità della deputazione regionale trapanese di ottenere un suo intervento».

«Nello stesso parere il relatore Senatore Filippi ha parzialmente vanificato le richieste della Senatrice Orrù e mie di prevedere la partecipazione di un rappresentante della città di Trapani al tavolo dell’autorità di sistema a Palermo. Forse per un caffè? Dato che è previsto che il rappresentante di Trapani possa intervenire solo per le questioni strettamente legate al Porto di Trapani e non per le politiche di sviluppo, strategia e organizzazione dell’intera autorità di sistema. Per di più non è obbligatorio che l’autorità di sistema apra uno sportello amministrativo decentrato a Trapani, il che comporterà certamente gravi disagi per i nostri operatori marittimi che avranno l’onere di doversi recare in quello palermitano».
«Alla luce di tutto ciò, ma anche nei confronti della filosofia complessiva del provvedimento, non potevo non votare contro questo parere che ritengo fortemente lesivo delle aspirazioni di autonomo sviluppo e crescita del Porto di Trapani. E ho comunque ottenuto l’apertura di uno spiraglio nella possibilità che la Regione Siciliana si attivi per difendere le sue prerogative e la nostra autonomia. Riusciranno i nostri eroi di Palazzo dei Normanni a battere un colpo?
».
 



Politica | 2024-06-07 06:00:00
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