La Holding della Famiglia Angelli si trasferisce all’estero. In arrivo i capitali di Bill Gates, Jacob de Rotschildt e Nassef Sawiris.
Dall’Italia non se ne va solo chi è in cerca di un lavoro o di una vita migliore, se ne va anche il primo gruppo industriale italiano. Sì, avete capito bene, la Exor, la holding della famiglia Agnelli, che detiene il pacchetto di controllo di FCA (Fiat Chrysler Automobiles), Cnh Industrial, Ferrari e tantissime altre società, e la Giovanni Agnelli e C. Sapaz, cassaforte della dinastia e detentrice del 52,99% della finanziaria, hanno trasferito le loro sedi in Olanda. Con quest’ultimo passaggio si completa un percorso già iniziato con FCA, Cnh Industrial e Ferrari, solo che a differenza di queste che hanno sede legale in Olanda e quella fiscale a Londra, per la holding madre il trasferimento è completo con l’unica sede operativa in Olanda. Insomma, la più grande azienda italiana che nel 2015 ha dichiarato ricavi per 136 miliardi di euro se ne va via dall’Italia. Nel nostro paese rimangono gli stabilimenti di produzione e la quotazione unica a Piazza Affari.
Il silenzio assenso della politica
Per carità, in un mondo globale dove le aziende per essere competitive hanno bisogno di migliorare i propri conti in tutti i modi, l’operazione è lecita, quello che non appare molto limpido è invece il modo in cui questo è avvenuto, perché mentre da anni si preparava il trasloco, i vertici continuavano a dire: “Siamo molto orgogliosi di essere in Italia e di fare vedere come FCA avrà una presenza sempre più forte in Italia” oppure “Siamo contenti perché Fiat è ancora più italiana e ha le forze che rendono la componente italiana del gruppo ancora più forte”. E tutto questo è avvenuto con i grandi abbracci e la sintonia tra Elkann e Marchionne da un lato e il premier Renzi che pende dalle loro labbra dall'altro.
Dal premier e dal mondo politico in generale non c’è stato, infatti, nessun commento, al trasloco di Exor, come se nulla fosse successo. Renzi del resto non è intervenuto neanche quando Marchionne ha minacciato di portare fuori dai confini nazionali anche la produzione delle auto alla vigilia del referendum tra i lavoratori di Mirafiori sul nuovo contratto Fiat: “Se non si raggiunge il 51% salta tutto e andiamo altrove. Fiat ha alternative nel mondo. Se il referendum non passerà ritorneremo a festeggiare a Detroit”.
I vantaggi economici del trasferimento
Ma vediamo quali sono i vantaggi di cui beneficerà Exor con il trasferimento della sede in Olanda. I vertici della società dicono che si trasferiscono nel Paesi Bassi perché la legge olandese consente di introdurre un sistema di voto doppio che dà ai soci storici delle società la possibilità di aumentare del 100% il peso delle loro azioni in assemblea. In realtà i vantaggi che la sede legale e fiscale in Olanda offre, si concretizzano nella possibilità di concordare un trattamento fiscale speciale direttamente con il ministero delle Finanze. Accordi esclusivi e segreti sui quali nemmeno il parlamento italiano può dire nulla. Non si decide di trasferirsi in un altro Paese se non per grandi vantaggi economici, e del resto la conferma arriva dal fatto che in Olanda si trovano gli uffici di circa 12 mila società mondiali e fra queste il Gotha della finanza globale, con ottanta delle maggiori aziende e quasi la metà delle prime 500 compagnie della classifica stilata da Fortune.
I nuovi soci globali
Con l’arrivo di nuovi soci della finanza mondiale si perde definitivamente quel briciolo d’identità italiana che era rimasto al gruppo Exor partorito dalle ceneri di Fiat. Entreranno a far parte della holding Exor, acquisendo quote di rilievo, l’americano e fondatore di Microsoft Bill Gates, attraverso il suo fondo di investimenti Cascade Investments, il banchiere inglese Jacob de Rotschildt e il finanziere egiziano Nassef Sawiris. L’operazione del trasferimento avverrà attraverso la cessione delle azioni della Exor alla Exor Holding N.V. Il perfezionamento avverrà nel corso dell’assemblea dei soci prevista per il 3 settembre, giorno in cui sarà sancito l’addio definitivo all’Italia.
Carlo Rallo Antonio