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03/02/2017 18:49:00

Donna di 32 anni di Mazara muore di meningite. Ricoverati i tre figli

La meningite ha stroncato una giovane madre di 32 anni. La donna, originaria di Mazara del Vallo, in Sicilia, da sei mesi residente a Luino, in Lombardia, ieri mattina è arrivata al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino lamentando un fortissimo malessere. Sintomi quasi del tutto identici a quelli causati dalla meningite. In un’ora la giovane, una casalinga, è morta nonostante gli sforzi dei medici. Il decorso rapido e funesto della patologia ha messo in allarme il personale sanitario.

L'ipotesi che potesse trattarsi di meningite si è fatta concreta e dall’ospedale è stato attivato il protocollo di emergenza. Nelle ore immediatamente successive al decesso, in accordo con Ats, è stata attivata la procedura di profilassi prevista in questi casi. Profilassi alla quale sono stati sottoposti in prima battuta i familiari della donna, il marito e i tre figli - il più piccolo di 15 mesi, il maggiore di sei anni -, le persone che negli ultimi giorni sono state a maggior contatto con la trentaduenne. Sia i piccoli che il marito della donna stanno bene.

Secondo i primi riscontri la donna non sarebbe morta per meningite meningococcica, la più grave e contagiosa. La trentaduenne, casalinga e mamma, negli ultimi giorni ha avuto contatti stretti soltanto con i familiari. Non lavorando, non avendo ancora amicizie strette visto il fresco trasferimento, anche nella peggiore delle ipotesi (che per ora parrebbe esclusa) non avrebbe avuto modo di essere fulcro di un contagio ad ampio spettro.

"Dalle indagini effettuate – ha dichiarato l’assessore al Welfare regionale della Lombardia, Giulio Gallera - è emerso che la paziente rientrava in quelle categorie che vengono definite ‘soggetti a rischio’ (anziani o pazienti con patologie gravi) e che ogni anno, non solo in questo periodo, fanno registrare circa 500 casi all’anno per infezioni da pneumococco. Dico questo per ribadire ancora una volta che non ci troviamo in una situazione di emergenza e che non c’e’ in atto alcuna epidemia, piuttosto una maggiore attenzione mediatica a questi decessi».