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26/12/2025 08:05:00

Sanità siciliana, Colletti resta ai domiciliari. Malore dopo il rigetto del Riesame

Il Tribunale della Libertà di Palermo ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dagli avvocati Massimo Motisi e Giuseppe Di Stefano per Roberto Colletti, ex manager degli ospedali Villa Sofia e Civico, coinvolto nell’inchiesta su un presunto comitato d’affari che avrebbe gestito nomine, concorsi e appalti nella sanità siciliana.

Una decisione che arriva nel pieno di una vicenda giudiziaria già densa di risvolti politici e istituzionali – l’indagine coinvolge anche l’ex governatore Totò Cuffaro – e che ora si intreccia con un episodio drammatico sul piano umano.

 

Il rigetto del Riesame

 

Secondo quanto riferiscono i difensori, davanti al Tribunale della Libertà erano state sollevate non solo questioni giuridiche, ma anche le gravissime condizioni di salute dell’indagato, oggi in pensione da tempo.

«Colletti è affetto da patologie importanti – spiegano gli avvocati – tali da rendere le sue condizioni estremamente instabili. Avevamo rappresentato l’assenza di qualsiasi concreto pericolo di reiterazione dei reati».

Il collegio, tuttavia, ha ritenuto di confermare la misura cautelare dei domiciliari.

 

Il malore nella notte

 

Poche ore dopo la notizia del rigetto, la situazione è precipitata. Nella notte, raccontano ancora i legali, la moglie di Colletti lo ha trovato inermi in un letto di sangue, in stato di totale incoscienza.

«Abbiamo immediatamente avvisato i carabinieri – riferiscono – e chiamato il 112. I sanitari, constatata la gravità delle condizioni, hanno disposto il ricovero urgente in codice rosso nella shock room del pronto soccorso».

Al momento Colletti risulta ancora incosciente, affetto da una grave sepsi, e i medici stanno tentando di stabilizzarlo.

 

Le domande dei legali

 

Nel comunicato diffuso dagli avvocati Motisi e Di Stefano emerge tutta la preoccupazione per l’evoluzione clinica del loro assistito, ma anche una critica esplicita alla scelta giudiziaria:

«Continuiamo a domandarci quale concreto pericolo di reiterazione dei reati possa sussistere in una persona ormai in pensione e con condizioni di salute così compromesse, come purtroppo confermato dai fatti di stanotte».

 

Un’inchiesta che scuote la sanità

 

La posizione di Colletti si inserisce in una più ampia indagine che ha riacceso i riflettori sul sistema della sanità siciliana, tra presunte pressioni, scambi di favori e gestione opaca del potere amministrativo.

Ora, però, accanto alle valutazioni giudiziarie, si impone anche una riflessione sulle condizioni di salute dell’indagato, che saranno inevitabilmente al centro dei prossimi sviluppi processuali.