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25/03/2017 06:00:00

Il traffico di droga tra Trapani e Palermo. Il punto sulle indagini

Ha sicuramente stupito tutti,  l'arresto di qualche giorno fa del corriere della droga Marco Scordia, bloccato dopo un inseguimento dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani. A bordo della sua Punto è stato trovato un carico di 50 chili di hashish e due chili di cocaina per un valore commerciale di oltre 150 mila euro.

Gli inquirenti hanno appurato che il carico del più grande quantitativo di droga mai sequestrato a Trapani, è arrivato in Sicilia dalla Campania. Le indagini però vanno oltre il circondario trapanese e si sono spostate nel palermitano. Si cerca infatti una persona che avrebbe pagato 700 mila euro in contanti per acquisire questa grossa partita di droga che doveva essere immessa nel mercato palermitano.

Le indagini
Gli investigatori stanno intrecciando i diversi episodi legati allo spaccio e ai sequestri di sostanze stupefacenti un po’ in tutta l’isola. A Catania i militari della Guardia di Finanza hanno arrestato Antonino Lupo, il fratello di Cesare Lupo, boss di Brancaccio.
destinatario dei 110 chili di cocaina trovati in un container al porto di Salerno.
Con il coinvolgimento diretto di personaggi di spicco della criminalità organizzata non può che rafforzarsi l'ipotesi che dietro l’aumento degli arrivi di carichi di droga ci sia Cosa nostra. Anche se gli stessi inquirenti devono capire se sono delle iniziative isolate e autonome da parte di alcune famiglie mafiose oppure se ci sia invece una regia unica che decide i vari traffici in tutta l’isola.

Gli arresti e i collegamenti con Cosa nostra
Quello dell’arresto di Trapani è solo uno dei tanti episodi degli ultimi mesi in diverse province siciliane. Ad ottobre la polizia ha arrestato a Villa San Giovanni Alfonso Vella, originario di Castelvetrano, e il palermitano Antonino Cardella. Sulla loro auto sono stati trovati cinque chilogrammi di pasta di cocaina e nella successiva perquisizione a casa di Vella è stato scoperto un piccolo laboratorio per la raffinazione.
Il Cardella è invece il titolare di una profumeria a Palermo, frequentata da un personaggio conosciuto dagli inquirenti e che ha fatto affari con i Fascella signori della droga del rione Guadagna.

Ed a Palermo a dicembre 2016 è stato bloccato alla stazione centrale il colombiano Edwin Arturo Molano con un chilo di cocaina mentre solo alcuni giorni fa la squadra mobile di Palermo ha azzerato un traffico di cocaina tra Lombardia-Calabria-Sicilia. Tutti episodi che vanno analizzati nel loro complesso.

Tra i diversi arresti che sono stati eseguiti in provincia, tra Trapani, Alcamo, Mazara e Marsala, quello che ha suscitato particolare scalpore per la modalità e anche per il quantitativo di droga sequestrato,  è avvenuto appena un mese a carico di Giovanni Bolognino, 58enne marsalese, già noto alle forze dell’ordine, che dopo un inseguimento di oltre cinque chilometri sullo scorrimento veloce Marsala-Birgi,  una volta bloccato è stato trovato con quindici kg di marijuana e cinque di hascisc.

Già dallo scorso anno l’azione delle forze dell’ordine contro lo spaccio e la stessa produzione di sostanze stupefacenti è sensibilmente aumentata su tutto il territorio provinciale, specie dopo l'uccisione a Marsala del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, intervenuto durante un appostamento assieme ad un collega e ucciso da un colpo di pistola sparato da chi stava rubando delle piante di cannabis. Per gli inquirenti anche se in questo caso specifico non sono risaltate imputazioni nei confronti di mafiosi, è molto probabile che anche nella produzione delle coltivazioni locali ci sia dietro il coinvolgimento di Cosa nostra.

Un’analisi che avvalora questa tesi è stata fatta nei mesi scorsi dalla relazione semestrale della DIA, secondo la quale il traffico di stupefacenti è tornato ad essere uno degli introiti primari della criminalità organizzata che, per raggiungere tale obiettivo ha visto instaurarsi dei rapporti di collaborazione,  tra camorra, ‘ndrangheta e Cosa nostra. Dopo l’omicidio Mirarchi sono stati numerosi gli interventi che hanno portato sia ad arresti che al sequestro di diverse piantagioni nel marsalese.