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31/12/2025 06:00:00

I fatti del 2025. Antonini, dal partito alle penalizzazioni. Cronaca di un anno esplosivo

Nella carrellata di eventi principali dell’anno, ad assicurarsi il primo posto non è un fatto, ma un personaggio. E’ Valerio Antonini. Il 2025 è stato l’anno in cui la presenza dell’imprenditore romano a Trapani è diventata totalizzante e, insieme, profondamente divisiva. Tutto si è intrecciato: sport, soldi pubblici, rapporti personali e istituzionali, informazione, politica. Non una singola vicenda, ma una sequenza continua di casi che hanno progressivamente incrinato il rapporto con le istituzioni e una parte consistente della città. Il 2025 per Antonini e Trapani è stato come andare sulle montagne russe, dai successi sportivi, ai grandi progetti, e poi, in pochi mesi, il caos, su tutti i fronti.

 


Qui ricostruiamo, punto per punto, cosa è successo.
 

Penalizzazioni e sanzioni: calcio e basket sotto processo
Sul piano sportivo, il 2025 è segnato prima dai successi sul campo, poi dai guai fuori dal tereno di gioco, sia per il calcio che per il basket. Gli Shark chiudono la prima stagione in A da vera e propria sorpresa e riescono a guadagnarsi il secondo posto nella regular season, e si fermano in semifinale scudetto. Ma l'incredibile cavalcata passerà alla storia. I granata sono la vera rivelazione del movimento. 

Ma nelle ultime settimane dell’anno ciò che di straordinario era stato costruito sul campo nella passata stagione sembra destinato a naufragare.
Nel calcio arriva la sanzione di otto punti per il Trapani, legata a irregolarità amministrative. Il club ricorre, ma le decisioni della giustizia sportiva vengono confermate, aggravando una stagione già complessa.
Nel basket il clima è ancora più teso: rapporti durissimi con la Federazione, sanzioni, richiami formali e accuse di comportamento lesivo dell’immagine del movimento. Il progetto Shark, da fiore all’occhiello, entra in una fase di forte instabilità. Proprio ieri il tribunale Federale ha inflitto altri tre punti di penalizzazione alla Trapani Shark, diventano così otto, e due anni di inibizione per il presidente. La vicenda dei crediti fiscali e delle penalizzazioni che sta travolgendo la Trapani Shark affonda le radici nella primavera del 2025, quando l’Agenzia delle Entrate contesta alla società l’utilizzo di crediti IVA risultati inesistenti per compensare imposte e contributi. Nonostante i versamenti parziali effettuati nei mesi successivi, resta un debito residuo che, secondo i chiarimenti ufficiali, riguarda IRPEF e contributi previdenziali, non l’IVA.

Su questa base arrivano le sanzioni sportive: blocco del mercato, penalizzazioni in classifica e ammende. La Federazione Italiana Pallacanestro prima infligge quattro punti, poi cinque, fino ad arrivare – dopo le ultime decisioni del Tribunale Federale – a otto punti complessivi e a due anni di inibizione per il presidente Valerio Antonini. Respinto anche il ricorso al Tar.

Il club parla di accanimento e minaccia il ritiro dal campionato. La FIP replica: non c’è persecuzione, ma solo l’applicazione delle regole. Una crisi senza precedenti, che mette a rischio il futuro della Shark e la tenuta stessa della stagione.
 

 

 

Il contributo da 300 mila euro della Regione al Trapani Calcio
Uno dei casi più delicati dell’anno riguarda il contributo di circa 300 mila euro concesso dalla Regione Siciliana al Trapani Calcio, inserito nella manovra finanziaria regionale nell’anno scorso. La polemica nasce su più livelli.
Primo: il metodo. Il finanziamento appare “ritagliato” su una singola società sportiva, senza un bando pubblico né criteri generali applicabili ad altri club siciliani.
Secondo: l’opportunità politica. Tra i collaboratori più stretti di Antonini figura anche il figlio del presidente della Regione, Renato Schifani. Un elemento che, pur non configurando automaticamente irregolarità, rende il caso politicamente esplosivo.
Terzo: la trasparenza. Le spiegazioni fornite non dissipano i dubbi, e la vicenda finisce all’attenzione della Corte dei Conti.

Quel contributo, inserito nella legge di stabilità siciliana per un presunto “progetto turistico”, è stato al centro di un’inchiesta di Tp24 che ha ricostruito come i soldi siano stati spesi per spese ordinarie della squadra (trasferte, vitto, hotel, materiali, voli privati e pubblicità). 

La denuncia del deputato regionale Ismaele La Vardera ha portato il caso in Aula all’Ars e alla Corte dei Conti, che ha avviato un fascicolo per verificare la legittimità dell’erogazione e dell’utilizzo dei fondi pubblici, in particolare viste le voci di spesa ritenute non collegate a fini realmente turistici. 
La Vardera ha chiesto chiarimenti anche sul ruolo di figure istituzionali e legami della società beneficiaria con ambienti politici. 
La Corte dei Conti sta lavorando da mesi sul caso, con l’ipotesi di eventuali profili di responsabilità amministrativa e contabile, mentre il dibattito politico e pubblico resta acceso. Del caso se ne occupa anche Le Iene.

 

 

Il caos PalaShark e la rottura con il Comune
Pochi mesi prima a Palazzo Cavarretta veniva insignito del titolo di cittadino onorario. Poi la rottura. Nel 2025 esplode definitivamente il conflitto tra Antonini e il sindaco Giacomo Tranchida. Il cuore dello scontro è il PalaShark, il palazzetto comunale utilizzato dalla Trapani Shark.
La questione nasce dalla convenzione per l’uso dell’impianto e dai costi sostenuti per arredi e attrezzature.
Le società riconducibili ad Antonini anticipano spese e chiedono il rimborso; il Comune contesta metodo e cifre, rivendicando che ogni intervento su un bene pubblico debba essere preventivamente autorizzato.
Il dialogo salta. Antonini accusa l’amministrazione di sabotaggio politico; Tranchida replica parlando di pressioni indebite. La vicenda ha ripercussioni politiche, come le dimissioni dell’assessore Lele Barbara, vicino ad Antonini. Il presidente delle società sportive in quelle settimane dà il via a interminabili dirette sui social in cui ne dice di ogni, su tutti, e pubblica anche audio riservati. 
Il punto di non ritorno arriva con la minaccia pubblica: Antonini annuncia la possibilità di portare gli Shark fuori da Trapani. Una frase che pesa come un macigno su una città che ha investito identità e risorse sul basket di vertice.
 

 

La cittadella dello sport: dal progetto simbolo al muro contro muro
Parallelamente si consuma la vicenda della “cittadella dello sport”.
Antonini la presenta come un grande investimento privato, destinato a cambiare il volto dell’area sportiva trapanese. Il Comune, invece, pone una serie di condizioni urbanistiche e procedurali: destinazioni d’uso, iter autorizzativi, compatibilità con la pianificazione esistente.
Nel 2025 le due narrazioni non si incontrano mai.  Per Antonini è tutto pronto e qualcuno frena; per l’amministrazione mancano atti formali e passaggi obbligatori.
Il progetto resta fermo, mentre cresce il livello dello scontro politico e mediatico. La cittadella, più che un’opera, diventa uno strumento di conflitto.
 


Il partito “Futuro”, contro Tranchida
Nel pieno dello scontro con il Comune nasce il movimento politico Futuro.
Non un progetto neutro: il partito nasce esplicitamente per contrastare l’amministrazione Tranchida, accusata di bloccare lo sviluppo della città e gli investimenti. Antonini lancia il partito con tanto di cappellino in stile trumpiano “Make Trapani great again”. 
È il passaggio più esplicito dalla dimensione imprenditoriale a quella politica. Ma anche il più rischioso: perché il conflitto di interessi – reale o percepito – diventa inevitabile, così come la sovrapposizione tra battaglie personali, sport e governo della città. Antonini lancia il suo partito come se fosse un piccolo Berlusconi, ma i risultati sono di scarso entusiasmo. Racimola tifosi, personaggi in cerca di visibilità, e oppositori incalliti di Tranchida. 
 

La crisi di Telesud
Un altro passaggio chiave è il caso Telesud.

La crisi di Telesud è esplosa in poche settimane, ma maturava da mesi. Dopo l’uscita dal digitale terrestre, annunciata come scelta strategica dall’editore Valerio Antonini, sono arrivati i fatti: stipendi non pagati da due mesi, tredicesima 2024 mai corrisposta, stato di agitazione e sciopero della redazione.

La lettera dei giornalisti è stata prima pubblicata e poi rimossa dal sito dell’emittente, così come il video del Tg che leggeva il comunicato sindacale, facendo parlare Assostampa di comportamenti antisindacali. Antonini ha replicato rivendicando versamenti personali per oltre 400 mila euro e annunciando l’ipotesi di liquidazione di Telesud 3 Srl per ripartire con una “good company”.

Nel frattempo, ferie forzate fino a fine anno e un futuro incerto per i lavoratori. Sullo sfondo restano i dubbi sulla gestione finanziaria del gruppo Sport Invest e sulla tenuta dell’informazione locale a Trapani.

Il risultato è una televisione storica ridimensionata e un clima pesante sul piano occupazionale e informativo. Telesud in poche settimane viene praticamente azzerata.

 

 

Un anno spartiacque
Il 2025 segna uno spartiacque per Trapani e per Antonini.
Non per un singolo scandalo, ma per l’accumulo di vicende: soldi pubblici contestati, impianti contesi, televisioni ridimensionate, partiti personali, penalizzazioni sportive.
Alla fine dell’anno resta una città spaccata.