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07/05/2017 06:05:00

Immigrazione, ong e l'inchiesta di Trapani. Riassumiamo la vicenda

Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, dopo le parole del Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e le polemiche che le stesse hanno suscitato, c'è la conferma di un’indagine in corso a Trapani su una organizzazione non governativa internazionale.
Ricostruiamo i punti dell'inchiesta di Trapani. L’indagine della Procura di Trapani è precedente all'ultimo rapporto pubblicato da Frontex. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno raccolto prove e testimonianze che descrivono anche le modalità di intervento delle ong nel Mediterraneo. Il fascicolo per "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina" è affidato al sostituto procuratore Andrea Tarondo ed è scaturito dalle indagini che hanno condotto all'arresto di alcuni scafisti, individuati sul molo Ronciglio in seguito ai numerosi sbarchi avvenuti nel 2016. Alcuni di loro avrebbero raccontato di soccorsi "nei pressi dei confini libici". Per gli investigatori impegnati le notizie pubblicate nelle ultime settimane rischiano di compromettere mesi di indagini. Oltre alle "conversazioni intercettate" ci sarebbe la testimonianza di uno "scafista occasionale" condannato dal Tribunale di Trapani che disse di aver visto arrivare i soccorsi poco dopo l'allontanamento dell'uomo che sino ad allora aveva condotto l'imbarcazione.

Le dichiarazioni del Procuratore Cartosio - L'inchiesta trapanese sulle navi delle Ong era stata resa nota anche dal programma Rai Agorà, il 28 aprile scorso, facendo parlare il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio. ''Le Ong hanno necessariamente un proprio codice etico che prescinde dalla legislazione nazionale dei singoli Stati in cui operano - aveva detto il pm -. Hanno necessità di muoversi liberamente in acque internazionali e ci sono Paesi in cui il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è reato, come l'Italia, altri in cui non lo è. Non c' dubbio che una persona può muoversi per spirito umanitario ma può per questa regione commettere un reato. Noi facciamo i magistrati. Possiamo capire umanamente un determinato comportamento ma se c'e' una legge dobbiamo applicarla''. ''Rimangono interrogativi sul business dell'accoglienza che non è tutto spirito umanitario - aveva aggiunto - In un territorio ad alta densità mafiosa dobbiamo stare attenti che non ci sia l'infiltrazione della mafia in questo affare''.

Le dichiarazioni alla Commissione Difesa del Senato di Zuccaro. “Siamo in una fase in cui non riusciamo più a svolgere l'attività investigativa: non riusciamo a intercettare i facilitatori e ad intercettare i satellitari e ad avere quegli elementi probatori necessari, ma il focus della nostra azione non sono le ong bensì i trafficanti". "Le organizzazioni mafiose italiane appetiscono all'ingente quantità di denaro erogata per l'accoglienza dei migranti - ha detto ancora Zuccaro - parliamo di cifre notevoli, in parte intercettate dalle mafie. Il numero di persone che cercano di arrivare in Italia è evidentemente esploso letteralmente nel 2017 e la maggior parte di essi non ha diritto alla protezione internazionale. Non è quindi il caso che le ong svolgano questa attività di supplenza, ma la assumiate voi che avete la responsabilità politica. Molte vite in mare - ha aggiunto - si perdono. Il volontariato deve supplire dove ci sono carenze negli Stati, ma in una situazione non emergenziale bensì strutturale, questa materia essere gestita dagli Stati".

E ancora: "C'è l'impossibilità di ospitare in Italia tutti i migranti economici: per le ong questo non è un discrimine, ma per uno Stato la differenza è rilevante, perché il controllo dei flussi migratori non può che competere agli Stati. Bisogna evitare - ha spiegato Zuccaro - che si rafforzino le organizzazioni criminali che renderanno difficile la stabilizzazione in Libia. I trafficanti riescono a sviluppare volumi di profitti che li rendono sempre più forti e organizzati e renderà loro più facile contrastare il governo libico che si è formato".
Zuccaro ha, infine, sottolineato che sarebbe utile per le indagini poter intercettare non solo le comunicazioni satellitari "ma anche quelle telematiche" che partono dalla Libia e arrivano fino ai migranti. "Ci sono grandi disponibilità di denaro da parte di alcune ong di recente costituzione - ha detto il procuratore -. Vale la pena indagare, sapere chi le finanzia e se chi lo fa, oltre a quelle umanitarie, ha altre finalità. Si tratta di chiedere rogatorie in altri Paesi, svolgere attività complesse, ma se si ipotizza che chi finanzia le ong ha interessi a manovre di speculazione internazionale, ciò giustificherebbe uno sforzo italiano per cercare di capire queste cose".

La Commissione Difesa convoca Cartosio -  "Io convocato davanti alla Commissione Difesa del Senato? Non ne so nulla. Attendiamo la convocazione e cercheremo di capire l'oggetto della convocazione...". Lo ha detto all'Adnkronos, Ambrogio Cartosio, Procuratore capo reggente della Procura di Trapani dopo avere appreso della convocazione annunciata da Nicola Latorre, Presidente della Commissione Difesa del Senato, al termine dei lavori dell'organismo parlamentare. La Commissione è impegnata in un'indagine conoscitiva sul contributo dei militari italiani ai soccorsi in mare ai migranti e sulle attività svolte dalle Ong. I lavori si concluderanno giovedì prossimo con la prosecuzione dell'audizione del comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia costiera, ammiraglio Vincenzo Melone e la presentazione della relazione conclusiva. E sempre la prossima settimana sarà ascoltato anche il Procuratore facente funzione di Trapani, dopo l'indiscrezione dell'inchiesta aperta a carico di una ong per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ma sull'inchiesta, il Procuratore, che coordina l'indagine, non ha voluto dire nulla. "Come sapete - ha detto - non parlo di inchieste in corso...".

I numeri dei migranti assistiti a Trapani dall'ASP - “ Sono oltre 15 mila i migranti assistiti allo sbarco nel porto di Trapani nel solo 2016. L’impegno che l’ASP pone, con proprie risorse, a favore dell’assistenza sanitaria nei confronti di questi soggetti più fragili. Oltre a questo primo approccio poi non vanno dimenticati l’emergenza urgenza, in particolare per le donne in stato di gravidanza e nei casi di malattie infettive e in generale il supporto ospedaliero”.

Lo ha detto  il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani Giovanni Bavetta, nel corso dell’incontro che il prefetto di Trapani Giuseppe Priolo ha organizzato in occasione della visita all’Hot spot di Milo del prefetto Gerarda Pantalone, capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell’interno, insieme ai membri di una delegazione della Commissione europea.
Durante la riunione sono stati descritti, secondo le competenze, gli eventi collegati agli sbarchi, ripercorrendo tutte le fasi legati agli aspetti dell’accoglienza, della sicurezza e dell’assistenza sanitaria, dall’arrivo dei migranti in porto, al trasferimento presso l’hotspot, fino alle successive procedure di accoglienza.

Bavetta si è soffermato anche sul progetto Fami-Silver, che vede l’azienda sanitaria trapanese come capofila per la Sicilia. “Questo progetto per l’assistenza psicologica ai migranti – ha spiegato – da 2,7 milioni di euro, cofinanziato dal ministero dell’interno, è stato riconosciuto dall’UE come un modello virtuoso di accoglienza e integrazione per i migranti in stato di shock psicologico, spesso legato alle condizioni drammatiche del viaggio. Si pone di creare una rete di supporto per questi migranti con disagio psichico, con equipe multidisciplinari, unità mobili di supporto, una formazione specifica degli operatori, la definizione di protocolli operativi standard, un sistema automatizzato di chiamata dei mediatori culturali fino la cartella sanitaria elettronica del migrante su base regionale. Un progetto – ha concluso Bavetta - che vede oltre alle ASP siciliane e a un network di soggetti del privato sociale, in prima fila anche le prefetture”.