Il sogno spezzato, il carcere, la grazia: la storia di Alaa Faraj Abdelkarim Hamad
Voleva arrivare in Europa per giocare a calcio. Aveva vent’anni, un pallone in testa e negli occhi, e la guerra alle spalle. Invece Alaa Faraj Abdelkarim Hamad è diventato, per la giustizia italiana, uno “scafista”. E ha passato dieci anni in carcere da innocente, come continua a ripetere chi lo conosce e chi ne ha seguito la vicenda giudiziaria.
Era il 14 agosto del 2015 quando Alaa, insieme a due amici anche loro calciatori, si imbarcò dalla Libia su una carretta del mare diretta verso l’Italia. Aveva pagato mille euro agli scafisti di Zuwara, senza dirlo alla famiglia. Dopo poche ore di navigazione, su quel barcone sovraffollato, si consumò quella che sarebbe passata alla storia come la “strage di Ferragosto”: 49 migranti morirono asfissiati nella stiva, chiusa e stipata all’inverosimile.
Il giorno dopo, il 15 agosto, la nave norvegese Siem Pilot soccorse l’imbarcazione a 135 miglia a sud di Lampedusa. Arrivarono in Sicilia 313 superstiti e 49 cadaveri. Alaa, inizialmente ascoltato come testimone, nel giro di poche ore si ritrovò indagato insieme ai suoi due amici. Poi arrestato. Poi processato.
Nel 2017 la Corte d’Assise di Catania lo condannò a 30 anni di carcere per concorso in omicidio plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sentenza confermata in appello nel 2020 e poi in Cassazione. Una condanna durissima, fondata – secondo l’ong Sea-Watch – su testimonianze fragili raccolte subito dopo lo sbarco, da persone sotto shock, e su una profilazione razziale che individuò immediatamente i libici come colpevoli.
«Alà e i suoi compagni sono stati trattati come capri espiatori, non come veri responsabili», ha denunciato più volte Sea-Watch.
Nel frattempo il giovane libico imparava l’italiano dietro le sbarre, scriveva lettere, studiava. Ventisette lettere indirizzate alla professoressa Alessandra Sciurba, docente dell’Università di Palermo, sono diventate un libro: “Perché ero ragazzo” (Sellerio). Testi lasciati volutamente in un italiano imperfetto, quello appreso in carcere.
«Ho incontrato un ragazzo che non ha mai smesso di credere nella giustizia italiana», ha raccontato Sciurba. «Questa storia mostra come la legge sull’immigrazione colpisca i più deboli, non i veri trafficanti».
Sulla vicenda era intervenuto anche don Luigi Ciotti, chiedendo «un supplemento di verità e giustizia per chi paga un prezzo sproporzionato». Cinque anni fa, perfino le autorità di Bengasi avevano tentato uno scambio: liberare Alaa e gli altri due condannati in cambio dei 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia. Tentativo fallito.
Adesso, dopo dieci anni di detenzione, è arrivato un segnale dal Quirinale. Il Presidente della Repubblica ha concesso ad Alaa una grazia parziale, cancellando 11 anni e 4 mesi di pena. Gliene restano nove, che gli consentiranno di accedere alle misure alternative, come la semilibertà.
Nella motivazione, il Colle ha tenuto conto:
della giovane età al momento dei fatti;
del lungo periodo di detenzione già scontato;
del percorso di recupero riconosciuto dal magistrato di sorveglianza;
del contesto drammatico in cui avvenne la tragedia.
Anche la Corte d’Appello di Messina, respingendo l’istanza di revisione, aveva scritto che per colmare lo scarto tra la pena e la reale colpevolezza restava solo la grazia.
Per qualcuno, soprattutto negli ambienti leghisti, la decisione ha suscitato “perplessità”. Per molti altri, invece, è solo un primo, parziale, atto di giustizia.
Il sogno del calcio è rimasto fermo a dieci anni fa. La libertà, forse, oggi è un po’ più vicina.
Il bagno è senz’altro uno degli ambienti domestici che richiede maggiore attenzione in termini di igiene e manutenzione. Ciò è anche e soprattutto dovuto alla presenza costante di umidità e al...
Voleva arrivare in Europa per giocare a calcio. Aveva vent’anni, un pallone in testa e negli occhi, e la guerra alle spalle. Invece Alaa Faraj Abdelkarim Hamad è diventato, per la giustizia italiana, uno “scafista”. E ha...
Confermati programma, location e concerto degli Ottoni Animati
La Notte Bianca T-ROC, inizialmente prevista per il 23 dicembre, è stata posticipata a domenica 28 dicembre a causa delle avverse condizioni...
Si teme l’ennesima tragedia nel Mediterraneo centrale. Un’imbarcazione con a bordo circa 116–117 persone, partita dalla Libia, sarebbe naufragata pochi giorni fa senza che siano scattati soccorsi tempestivi. A lanciare...
Nel ritmo quotidiano di molte persone, il passaggio dal lavoro al tempo libero, fino poi alle serate speciali, richiede scelte di bellezza e cura della pelle che siano al tempo stesso intelligenti e modulabili. Sì,...