Migranti e Ong, gli interventi di Grasso e Di Maio sul caso Trapani
"La storia della cooperazione euro-mediterranea, non possiamo nascondercelo, è un chiaroscuro: spesso è mancata la determinazione politica. Noi pensiamo che si debba ripartire da qui e nutriamo fiducia nelle forti potenzialità di dialogo e azione dell'Unione per il Mediterraneo e dell'Assemblea parlamentare, in particolare in questo momento di conflitti, tensioni e frammentazioni". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo alla Riunione dei Presidenti dell'Assemblea parlamentare Unione per il Mediterraneo al Senato.
E sulla inchiesta di Trapani su migranti e ong interviene il Cinque Stelle Luigi Di Maio: "Una nave di Medici Senza Frontiere che sconfina in acque libiche senza coordinarsi con la Guardia Costiera. Membri della Ong che convincono i migranti a non rispondere alle domande della Polizia italiana o che fanno passare i minori per adulti! Per me questi atteggiamenti rappresentano un problema di sicurezza nazionale. E dobbiamo tutelare il nostro Paese al di là delle sentenze" dichiara su Facebook Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera.
"Se queste accuse dovessero essere confermate sarebbe gravissimo. - prosegue l'esponente del MoVimento 5 Stelle - Dobbiamo subito cambiare le regole di ingaggio delle imbarcazioni nelle nostre acque territoriali e stabilire regole di approdo più stringenti nei nostri porti. Inoltre va approvata subito la nostra proposta di legge sulla polizia giudiziaria a bordo delle navi"
Il pentastellato quindi riassume l'inchiesta di Trapani che coinvolge Medici Senza Frontiere:
1) Sotto la lente di ingrandimento la nave «Dignity One» di «Medici Senza Frontiere» che sarebbe entrata in acque libiche fermandosi a 7 miglia dalla costa per prendere a bordo 390 migranti. Senza avvisare la Guardia Costiera.2) I poliziotti hanno evidenziato come «i migranti non sono stati molto collaborativi nel fornire informazioni dettagliate circa il viaggio, attribuendo la colpa alla stanchezza e alle ore di viaggio estenuanti». Sono stati gli stessi investigatori ad evidenziare che «a differenza del passato, i migranti soccorsi e trasferiti da navi delle Ong, quando vengono fatti sbarcare nei porti italiani sono restii a cooperare: tale circostanza potrebbe essere il risultati di un 'indottrinamento' impartito a bordo al fine di non collaborare con le forze dell'ordine italiane e il personale dell'agenzia Frontex».
3) Tra i casi citati c'è anche quello di uno sbarco con «la discesa dei minori non accompagnati che secondo il personale di 'Medici senza Frontiere' erano circa 100, ma in realtà il personale di bordo inseriva nel gruppo uomini palesemente adulti».
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