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19/06/2017 06:21:00

Sicilia, verso le elezioni regionali. Crocetta ci riprova, ma il Pd vuole Grasso

La fase delle elezioni amministrative ha aperto la via alla prossima tornata elettorale, le regionali del 5 novembre 2017.

L'era Crocetta sta per terminare, il Presidente uscente ci riprova, da solo.
Il PD è lanciato verso candidature autorevoli, in rottura con la legislatura attuale, non ci sono più i consensi per il ritorno all'ARS con Crocetta presidente.

E' Davide Faraone che punta altrove, Crocetta e la sua politica non sono percorribili se si vuole tentare di ridare un governo dem alla Sicilia, il Movimento Cinque Stelle è in agguato.
Le amministrative di Palermo fungevano da test delle alleanze e di una eventuale vittoria, la coalizione di Fabrizio Ferrandelli, un mix di Coraggiosi e centro destra con la regia di Cuffaro, era certa di arrivare al ballottaggio. Si è fermata al primo turno, Leoluca Orlando ha dimostrato che Palermo è ancora la sua città.
Coalizioni miste che sono state bocciate dagli elettori a Palermo come a Trapani, il test non è stato superato e quindi per le prossime regionali il Partito Democratico può ben sperare di giocarsi le sue carte.

Il modello Palermo verrà applicato anche per la competizione del 5 novembre, il nome che aleggia su richiesta di Faraone e di Fausto Raciti è quello dell'attuale presidente del senato Pietro Grasso.
Mattero Renzi sta facendo delle manovre in tal senso, Grasso non conferma e non smentisce ma dovrebbe, se fosse così, dimettersi a breve dalla carica di presidente del Senato.
Quella di Grasso sarebbe una candidatura che metterebbe insieme gli alfaniani e i centristi nonché il renziano Totò Cardinale, leader di Sicilia Futura.
Insomma a sinistra si sta lavorando per un nome unitario e di impatto che possa tentare di bloccare il centro destra e soprattutto i grillini.

Sulla eventuale candidatura di Grasso da registrare una battuta, infelice, del commissario regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, pronto a sposare questa candidatura.
Frenata all'interno di Forza Italia con l'europarlamentare Salvo Pogliese che parla di una battuta di Micchichè che non trova fondamento nemmeno nella volontà del presidente Berlusconi. I forzisti vogliono correre con un loro candidato o comunque ricercare l'unità del centro destra. Dello stesso avviso il deputato regionale azzurro, Vincenzo Figuccia:  “Un inciucio sic et simpliciter con il Pd non verrebbe compreso dai siciliani dopo il fallimento di Crocetta”. Angelino Alfano, riconoscendo autorevolezza a Grasso, si lancia per un proprio candidato che avrà autorevolezza nell'isola. Crocetta, qualora il nome indicato dovesse essere quello di Grasso, è pronto a fare un passo indietro e a sostenere questa autorevole candidatura.

A destra grande incertezza, un solo nome: quello di Nello Musumeci che incassa il si di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.
Insomma i mesi estivi non saranno caldi solo per la temperatura ma anche per i nomi in corsa alla presidenza.
Nel frattempo i centristi, quelli che non si pronunciano mai ma che pendono un poco di qua e un poco di là, da bravi equilibristi anche questa volta, come per il governo Lombardo, si sfilano dalla Giunta Crocetta.
Alfano e Casini sono bravissimi in questo, hanno ottenuto per cinque anni tutto quello che chiedevano a Crocetta, dagli assessorati ai sotto governi, ora tornano con le mani libere. Fanno sempre così, stupirsi non è il caso altrimenti non sarebbero centristi. Ricordiamo noi però che loro, i centristi, sono stati accanto a Crocetta per tutti gli anni della legislatura.
Tre gli assessori centristi che lasciano, con dimissioni annunciate e ancora non presentate, nessuno ne sentirà la mancanza, nessuno conosce azioni politiche dirette e concrete portate avanti.
Giovanni Pistorio, lo sboccato da bar; Carlo Vermiglio quello del Piano Paesaggistico più controverso di tutti i tempi; Carmencita Mangano, se la riconoscete fateci un fischio. I centristi si muovono in accordo con Alfano, quello che non arriva al 5% nazionale, per capirci, dopo essere stato il Ministro di Berlusconi, poi di Renzi, ora di Gentiloni.
E mentre nel centro destra si continua a litigare e a non fare sintesi il PD quanto meno sta cercando di organizzarsi.
Da non sottovalutare il Movimento Cinque Stelle che si presenterà con il suo Giancarlo Cancellieri.
Mancano poco più di cinque mesi, i giochi sono aperti ma la panoramica è già chiara.