Dopo il tentativo di fuga di quattro detenuti dal carcere di San Giuliano, a Trapani ha fatto visita il consigliere ministeriale a capo dell’Ufficio detenuti e trattamento del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Roberto Piscitello. Ha incontrato il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria della Sicilia, Gioacchino Veneziano, che ha denunciato il tentativo di fuga, e in questi mesi ha evidenziato i tanti problemi dei lavoratori della polizia penitenziaria nel carcere di Trapani.
«Ho voluto esprimere complimenti e ringraziamenti – dice Piscitello - al personale della polizia penitenziaria che ha condotto un'azione pregevole evitando un tentativo di fuga dal carcere. Ai sindacati di polizia penitenziaria ho assicurato la vicinanza del dipartimento e del Ministero rispetto alle esigenze espresse a proposito di risorse. Voglio ricordare che l'attuazione delle disposizioni che prevedono che i detenuti trascorrano 8 ore fuori dalla celle discendono da una condanna ricevuta dall'Italia in sede Europea. E dunque in questi reparti è prevista la vigilanza dinamica. Vigilanza dinamica che funziona bene dappertutto».
“…a nome mio e di tutta la UIL la ringrazio per la grande sensibilità verso i lavoratori della Polizia Penitenziaria di Trapani che oggi Lei ha posto in primo piano incontrando la UIL e le altre OO.SS., pochè la Polizia Penitenziaria ha solo bisogno di più rispetto…”
Con queste parole Gioacchino Veneziano Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia ha commentato l’incontro con il Consigliere Ministeriale a Capo dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Roberto Piscitello, dopo lo sventato tentativo di evasione che si stava verificando presso il carcere Trapanese.
“A Piscitello è stato detto che noi non siamo contrari al regime aperto…” – ha dichiarato Veneziano -“…ma è impensabile attuarlo in queste strutture arcaiche senza tecnologia, in condizioni di sovraffollamento di detenuti e con la grave carenza di personale di Polizia. Inoltre è stato ribadito con forza, che non è prudente elargire benefici e agevolazioni premiali a quei detenuti che hanno dimostrato avversione verso le regole penitenziarie quindi contravvenendo al patto di “responsabilità”, quale prerogativa che doveva consentire di beneficiare del regime aperto. Per di più oramai è sotto gli occhi di tutti, che ogni giorno le carceri italiane emettano bollettini di guerra che raccontano episodi di aggressioni, violenza, suicidi, atti autolesionistici; è solo la Polizia Penitenziaria che con grande sacrificio, abnegazione coraggio si contrappone a questa “deriva gestionale buonista” voluta da una parte della politica e dell’amministrazione penitenziaria che sostanzialmente si è rivelata Fallimentare; quindi per la UIL è giunto il momento di modificare profondamente le modalità del regime aperto, coinvolgendo i tecnici dell’area sicurezza e non solo quelli del trattamento...”
Il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia ha dato delle indicazioni rispetto la questione proponendo al Consigliere Piscitello cinque punti per poter partire con una nuova spinta propulsiva;1) modifica del regime aperto al fine di evitare i problemi di sicurezza sempre segnalati dalla Uil è cioè il bivacco dei detenuti nei ballatoi; 2) modifica dei presupposti per l'inserimento dei detenuti nella qualità di lavoranti tenendo conto dei precedenti disciplinari ed escludendo dal regime aperto chi si è macchiato di violazioni delle regole penitenziarie; 3) attuare i trasferimenti per motivi di ordine e sicurezza con maggiore celerità; 4) trasferimento immediato dei detenuti con problemi psichiatrici; 5) alleggerimento della presenza di detenuti extracomunitari....
SOLIDARIETA' dell'OSAPP - La Segreteria Regionale dell'OSAPP esprime solidarietà ai colleghi della Casa Reclusione di Favignana per le violenze subite nei giorni scorsi, le aggressioni gratuite e violente hanno scosso molto il personale, gli auguri vanno ai colleghi, soprattutto all'ultimo che ha subito un forte trauma. "Abbiamo trascorso un'intera estate apprendendo notizie di violenze ai danni del personale di Polizia Penitenziaria in quasi tutte le regioni, la Sicilia non è stata di meno, dice il Segretario Regionale dellOSAPP, Rosario Di Prima.
"Ancora, aggiunge Di Prima, gli ultimi fatti accaduti, in ordine di tempo, presso la Casa Reclusione di Favignana, ci da la misura del pericolo che quotidianamente si corre negli Istituti siciliani ma, soprattutto dove la carenza di personale è abnorme come Favignana.
Pare opportuno ricordare che la carenza degli organici della Polizia Penitenziaria, più volte segnalato, sta portando allo stremo delle forze il personale che, oltre alle quotidiane sofferenze organizzative soffrono lassenza di un Direttore effettivo.
E stato richiesto, con una nota indirizzata al Provveditore Regionale Dr. DE GESU e al DAP, un urgente e immediato intervento concreto, con azioni di rivisitazione degli organici con la conseguenziale assegnazione presso le realtà che hanno maggiori sofferenze e, la Casa Reclusione di Favignana è tra i primi Istituti.
Di Prima- afferma che il modello trattamentale posto in essere negli ultimi tempi presso gli Istituti penitenziari è stato fallimentare, pertanto non si possono accettare le lezioncine dei Dirigenti Generali che, pur in presenza di oggettive difficoltà asseriscono che i detenuti devono continuare a stare fuori dalle celle.
Tutti sanno quali sono le difficoltà trattamentali, legate a carenza di personale ma forse per rendersi visibilmente immuni da responsabilità, continuano ad invitare ad adottare maggiori provvedimenti per incentivare il trattamento in istituti strutturalmente inefficienti con azioni assolutamente inefficaci, mentono sapendo di mentire, ultimo in ordine di tempo il Dirigente Generale che ha fatto visita alla C.C. di Trapani.
Se lItalia ha il problema del sovraffollamento delle carceri è un problema della magistratura, soprattutto quella di Sorveglianza, che dovrebbe adottare laddove ve ne sono le condizioni maggiori provvedimenti alternativi alla detenzione in carcere.