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02/10/2017 06:00:00

La storia di Tonino Pumo. Un borsellino, due anni ai domiciliari e una trama da film

Due anni agli arresti domiciliari da innocente. E’ questa l’incredibile vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto il vigile urbano di Trapani Tonino Pumo. L’ispettore di polizia municipale accusato e condannato di peculato, per l’appropriamento di un borsellino smarrito al mercatino rionale di Piazzale Ilio a Trapani.

I fatti sono accaduti il 17 maggio del 2007. Una donna fermò Pumo consegnandogli un borsellino appena ritrovato con all’interno 35 euro e due monete da 500 lire. Pumo qualche istante dopo incontrò un’altra donna che disse di essere la proprietaria e le consegnò quel borsellino. Fu tutto così veloce che non ci fu il tempo di fare una relazione anche se Pumo disse di averne parlato con i colleghi. Qualche giorno dopo la signora che aveva ritrovato il borsellino si recò presso il comando di Polizia Municipale per sapere se era stato rintracciato il proprietario e possibilmente avere una ricompensa. Al comando però hanno risposto di non saperne nulla di questa storia. La signora riconobbe Pumo che fu avvertito dai colleghi e il vigile urbano ricontattò la donna per avvisarla della restituzione del borsellino alla proprietaria. Il fatto che non sia stata fatta una relazione e il comportamento dello stesso vigile urbano hanno indotto il comando della polizia municipale a denunciare l’accaduto alla Procura.

Iniziò così il processo a carico di Pumo che nel frattempo è stato sospeso dal servizio.  A Luglio del 2010 la prima condanna divenuta irrevocabile nel 2014 con la sentenza della cassazione. Pumo ha scontato due anni di arresti domiciliari senza la possibilità di essere assegnato ai servizi sociali. Il vigile urbano non fu creduto né dai giudici e tantomeno da alcuni colleghi che quella mattina erano con lui al mercatino e i cui sospetti furono alla base dell'istruzione del processo.

La svolta per Pumo è arrivata grazie ad un articolo scritto sul Giornale di Sicilia dal giornalista Gianfranco Criscenti che nel luglio del 2015 riportando la dichiarazione del comandante dei vigili urbani De Lio riguardo ad un borsellino, giunto anonimamente al comando e che da tempo si trovava custodito negli uffici. Dentro c’erano ancora le 35 euro e due monete da 500 lire. Non c'erano dubbi, era il borsellino smarrito al mercatino.

A quel punto  Pumo con i suoi legali ha chiesto la riapertura delle indagini e ottenuto la revisione della condanna diventata definitiva nel 2014. Finalmente, i giudici della Corte d’Appello di Caltanisetta hanno ristabilito la verità e lo scorso 19 settembre Pumo  è stato assolto. Quello ai danni di Pumo  è dunque un vero e proprio complotto. In questa storia rimangono alcuni misteri irrisolti. Chi ha messo quel borsellino nel cassetto? e perchè?

Il comandante De Lio lo aveva ritrovato dopo avere ricevuto una lettera anonima che indicava dettagliatamente dove andare a cercarlo e che Pumo era stato vittima di un vero e proprio tranello a suo danno, un raggiro organizzato da qualcuno all'interno della Polizia Municipale. De Lio fece una comunicazione di notizie di reato alla Procura di Trapani, con tanto di borsellino e contenuto di una manciata di euro, l'esatto importo che Pumo aveva ben ricordato all'epoca dei fatti. Un vigile urbano conosciuto da tutta la cittadinanza come un lavoratore serio e irreprensibile e scomodo per qualcuno che ha pensato di sbarazzarsene con una trama degna di un film.
 



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